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Questo articolo è stato pubblicato il 08 agosto 2012 alle ore 15:50.

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Siete musicisti emergenti? Almost Famous recensisce solo musica indipendente. Inviateci demo, Ep e album più o meno auto-prodotti all'indirizzo almostfamous.ilsole24ore@gmail.com Parleremo di chi ha tante idee e pochi soldi per realizzarle. Spietatamente

Segnatevi questo nome: Salvatore Lampitelli, in arte Sabba. Pungente cantautore campano, chitarrista e kazooista. È il front leader degli Incensurabili, una band cui il titolo della nostra rubrica calza proprio a pennello: questi cinque ragazzi che suonano insieme da ormai tre anni appartengono nel vero senso del termine alla schiera dei «quasi famosi».
Con il loro originale approccio al teatro-canzone, impastato di blues e melodia, si sono aggiudicati ben quattro contest nazionali per gruppi emergenti. E adesso danno alle stampe per Bulbart Works, casa discografica indie, l'album d'esordio «Nessuno si senta offeso».

Che suona intelligente e pure un pizzichino astuto fin dalla prima nota. Sarebbe strano il contrario, a giudicare dal curriculum di Sabba: il suo primo estimatore si chiama Franco Del Prete, storico batterista di Showmen e Napoli Centrale che lo ha scoperto in tempi non sospetti e dal vivo gli affida le parti cantate che furono del compianto Mario Musella. Lampitelli fa tesoro della lezione di cotanto maestro e la declina nel disco.
La prima traccia, «L'emarginato», ironizza sul senso di disintegrazione della generazione under 30 nata al di sotto del Garigliano: «Mi hanno detto di parlare un po' più piano ché non si capisce niente/ Mi hanno detto di vestire un poco meglio perché sembro un deficiente».

E ancora: «Mi hanno detto: c'hai trent'anni, senza laurea, che lavoro vuoi trovare?» Da qui improbabili tentativi di integrazione da parte del giovane cosiddetto «alternativo», destinato a un fallimento già scritto. La morale, un poco amara, resta allora quella spicciola di mammà: «La vita è tua/ nun t'a fa' arrubba'». Meglio coerenti che svenduti. Considerazioni che sembrano figlie del sodalizio Giorgio Gaber-Sandro Luporini, supportate da un sound bluesy raffinato e grintoso. «Eva» è un rock and roll esilarante sui costumi allegri di una ruspante fanciulla di paese il cui ragazzo si ritrova cornuto e contento.

Sabba parodizza la cantata alla Piero Pelù mentre la chitarra solista di Alessandro Mormile e il basso di Luca Costanzo vanno deliziosamente a spasso insieme, Francesco Del Prete saltella sul rullante e il sax di Alessandro Grossi impreziosisce il tutto. Meno convincente la ballad mediterranea «Ai margini della città», ma il disco per fortuna riprende quota con la scanzonata «Un'opinione stabile», tra le gesta calcistiche di Roby Baggio, Fred Bongusto che «aveva gusto/ un po' di gusto non guasta» e i bei tempi andati in cui «c'era Sinatra mica Lady Gaga» con Sabba che si diverte a giocare il ruolo di quello nato fuori tempo massimo. Sulla stessa lunghezza d'onda «Il mio kazoo», omaggio al più intuitivo e ironico tra gli strumenti musicali: «Ma come ho fatto a non capire/ avrei dovuto anch'io imparare la chitarra/ e invece vado in giro con le mie canzoni/ e questo stupido kazoo».

La ascolti, ridi e ti viene in mente la maniera geniale in cui Renzo Arbore infilò «Il clarinetto» nel palinsesto sanremese. Qualche altro sussulto ce lo regalano «Benedetta pazienza», sfogo ska di un panettiere in cerca di raccomandazioni in comune, e «Che casino là fuori», tirata su dal flauto di Grossi che cita un po' il primo Ian Anderson (o, se vogliamo, Elio D'Anna). Da segnalare pure l'approccio originale nella cover di «Vieni via con me», degno di nota considerando quanto sia stato usurato il classico di Paolo Conte. Anche a sentirli dal vivo si capisce che Sabba & gli Incensurabili hanno le carte in regola per arrivare lontano. «Nessuno si senta offeso»: forse il cantautorato di casa nostra ha ancora qualcosa di non scontato da dire.

Sabba & gli Incensurabili
«Nessuno si senta offeso»
Bulbart Works

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