Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 24 agosto 2012 alle ore 17:31.

My24
I Punk y Nada (foto dal sito della band)I Punk y Nada (foto dal sito della band)

Siete musicisti emergenti? Almost Famous recensisce solo musica indipendente. Inviateci demo, Ep e album più o meno auto-prodotti all'indirizzo almostfamous.ilsole24ore@gmail.com Parleremo di chi ha tante idee e pochi soldi per realizzarle. Spietatamente

«You can't judge a book by looking at the cover». Non puoi giudicare un libro guardandone solo la copertina. È un vecchio detto popolare americano trasformato in blues da Willie Dixon, ma vale dappertutto. Prendete i Punk y Nada per esempio: senti il loro nome e ti immagini un manipolo di irriducibili proseliti di Joe Strummer, chitarre distorte e testi guerriglieri.

Niente di più fuorviante: il quartetto veneziano che da ormai due anni firma le proprie performance con questo nome incendiario di punk semmai ha solo l'attitudine dissacratoria. Il richiamo è più alla «panchina», intesa come il luogo della città turistica in cui le giovani tribù alternative si raggruppano - chitarre acustiche alla mano – e manifestano in musica il proprio dissenso al conformismo circostante. Succede a Roma, a Firenze e a Pompei, figuriamoci a Venezia. Perché l'obiettivo dei Punk y Nada è «suonare, soprattutto live. Ma anche le panchine delle strade sono un'ottima location. Punk y Nada = il niente con una panchina attorno!» Scrivono così nella scheda che accompagna le loro esibizioni. C'è il vezzo di chi sa che non bisogna mai prendersi troppo sul serio (e fa bene). Ma c'è anche lucida consapevolezza di ciò che si vuole (provare a) fare da grandi: la loro musica è una miscela di pop, folk, rock. Pop le melodie, folk gli arrangiamenti, rock le intrusioni della chitarra solista. Testi deliziosamente demenziali, più nel solco tracciato da Roberto «Freak» Antoni e gli Skiantos che in quello di Elio e le Storie Tese.

La loro apri-pista è «Qualcuno si ama», quadretto impietoso di quanto può accadere a Campo Santa Margherita visto con gli occhi di chi suona seduto ai piedi dell'obelisco, mentre i negozianti lo guardano male. Davide, cantante, bassista acustico e autore dei testi, mostra subito grande personalità mentre il riff della chitarra solista di Nicola punteggia il testo mettendo in risalto le assurdità quotidiane della Venezia a uso e consumo dei turisti. «La canzone di David» è uno sfottò efficace al prototipo dell'amico che s'è dato alla macchia da un po' di tempo inventandosi la balla di un viaggio senza ritorno in Australia. Davide e Corrado, chitarrista acustico e autore delle parti musicali quest'ultimo, fanno sfoggio di interessanti armonie vocali in particolare nel ritornello, efficace quanto quelli che rappresentavano il marchio di fabbrica dei Fratellis. «Ancora di salvezza» è un'impietosa dichiarazione di nichilismo introverso e svogliato in forma di rock («Non ho bisogno di/ rapporti sociali/ non voglio far nemmeno/ da mangiare»). «Anche senza di te» è una ballad avvelenata sulla fine di un amore: «Ti sei portata via pure il pesce rosso/ ed io questa sera guarderò da solo/ "Lo squalo 4"». Ci scappa pure l'omaggio con parafrasi agli Who: «Mai generation» in luogo di «My generation» (citata in falsetto). I disoccupati «loro malgrado» degli anni Duemila in luogo dei mod arrabbiati degli anni Sessanta. Caustica «Voglio fare la velina», sfogo contro la tv dei consumi retto dalle sincopi di Leonardo alla batteria. Ancora più pungente «Spritz Song» che spernacchia in anglo-italiano i fedelissimi dell'aperitivo. Al decimo spritz ti viene da chiederti cosa ci fa «il Big Ben a Santa Margherita Square». Ci pensi su fino a che i fumi dell'alcol ti portano consiglio: «Sarà per la Biennale». Questi sono i Punk y Nada.

Il sito ufficiale della band

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi