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Questo articolo è stato pubblicato il 08 settembre 2012 alle ore 11:37.

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Il regista coreano Kim Ki-duk - AfpIl regista coreano Kim Ki-duk - Afp

E come ogni anno si arriva all'ultimo giorno, passato dagli addetti ai lavori a girovagare per il lido nella speranza di incontrare giurati ciarlieri o notare ritorni di registi e attori per tracciare un possibile palmares prima dell'annuncio di stasera, in Sala Grande.

Il gioco delle previsioni quest'anno, poi, è ancora più difficile: troppi registi a giudicare - e si sa, la loro presenza aumenta sempre l'imprevedibilità dei verdetti- e un concorso senza guizzi straordinari non aiutano a capire chi si porterà a casa il riconoscimento come miglior film. Di sicuro, peró, si può dire che nel primo anno della seconda gestione Barbera a vincere è stata la sezione Orizzonti, con una selezione davvero di altissimo livello, a partire dagli italiani Mereu, De Matteo e Di Costanzo. Tanto il concorso ha deluso quanto la sezione più sperimentale è piaciuta per varietà e potenza visiva e narrativa. Tanto che, forse, più di un'opera di Orizzonti meritava di competere per il Leone d'oro.

Premio che spera di raggiungere Marco Bellocchio con Bella Addormentata, film sull'eutanasia e su un paese isterico come il nostro. Il grande regista di Bobbio vorrebbe essere "risarcito" del mancato riconoscimento a Buongiorno, notte ma, pur scommettendo in molti su un premio per il suo film, per ora pochi sono convinti che questo possa essere l'ambito Leone.

Per ora trovano più consensi Pietà di Kim Ki-duk e la new entry, nelle previsioni, Thy Womb di Brillante Mendoza. Entrambi "animali da festival", sono le loro protagoniste a giocarsi anche la Coppa Volpi femminile: la mamma vendetta Cho Min-soo se la vedrà con la mattatrice Nora Aunor, nel suo paese, le Filippine, famosa anche come cantante e produttrice.

Meno fondate sembrano le voci che vorrebbero un nome più pesante, come Paul Thomas Anderson e il suo The Master o Apres Mai di Olivier Assayas in lizza per la vittoria. Con ogni probabilità è sempre da questa rosa che si pescherà, poi, per la miglior regia e per i premi minori.

Incertezza anche per la Coppa Volpi maschile: sarebbe giusto assegnarla a Toni Servillo, per la magistrale interpretazione del senatore Uliano Beffardi in Bella Addormentata, ma l'ostacolo è un minutaggio limitato che non lo fa essere "protagonista". Si potrebbe "aggirare" il problema considerando anche la prova, in verità non eccelsa, fornita sempre da lui in È stato il figlio di Daniele Ciprí. Molti, peró, scommettono sull'accoppiata Joaquin Phoenix- Philip Seymour Hoffman, per The Master (e in effetti, soprattutto il primo la meriterebbe tutta). La sorpresa potrebbe essere Kad Merad che nel mediocre Superstar ha rubato la scena a tutti, film compreso.

Rimane fuori, da questo discorso, Harmony Korine con il suo provocatorio e provocante Spring Breakers. Il film, che ha conquistato molti al Lido, sembra l'outsider perfetto per rompere le uova nel paniere ai favoriti, una mina vagante che potrebbe esplodere proprio stasera.

Detto questo, c'è spazio per una rivoluzione dell'ultimo minuto e l'unica certezza sembra essere che i grandi maestri De Palma e Malick siano candidati al massimo a premi di consolazione (i famosi Leoni speciali per l'insieme dell'opera) e che forse il miglior titolo in gara, At any price, verrà ignorato. Eppure la performance di Zac Efron, il cast femminile e il grande talento del regista Ramin Bahrani sono tra le cose migliori apprezzate in questo festival.
E allora... Che vinca il migliore!

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