Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 26 ottobre 2012 alle ore 19:02.

My24
ThonyThony

Se siete appassionati di calcio, chissà quante volte avrete visto ragazzini prelevati dalla primavera e, per circostanze contingenti, gettati in pasto al campionato con la prima squadra: giocano, convincono e a sorpresa magari decidono il match grazie a un gol o a un'invenzione. Il talento, quando capitano certe cose, non si discute.

Il difficile viene dopo, a dover confermare sul campo, giornata dopo giornata, che non si è trattato di episodico exploit. Metafora calcistica che calza a pennello per Thony, cantautrice di origini siculo-polacche e romana d'adozione che Paolo Virzì ha eletto a sua musa nell'ultimo «Tutti i santi giorni». La differenza a quanto pare la sta facendo proprio il cinema: Thony ha appena pubblicato per la storica indie italiana Gdm il suo secondo disco «Birds», ha adesso un contratto di edizione per Gdm/Sony Publishing e compare spesso sui media.

Passi in avanti indiscutibili rispetto al precedente «With the green in my mouth» distribuito gratis on line. Vento in poppa e se lo merita perché la ragazza funziona. E non solo davanti alla macchina da presa: «Birds» - che alla colonna sonora del film del regista livornese presta un po' di tracce - dimostra gusto e sensibilità, oltre a mettere in risalto una voce interessante ma soprattutto credibile. La definizione migliore, nel caso specifico, è forse quella più accademica: opera di respiro internazionale. Chi la paragona a Cat Power e Joan as a Policewoman non ha infatti tutti i torti. Si parte con un contrabbasso che svisa su atmosfere rarefatte di chitarre acustiche arpeggiate, poi parte un'armonia vocale in doppia traccia. È «Time speaks», poco più di due minuti di canzone che bastano a spiegarti dove intendono portarti tutte e quattordici le tracce dell'album. Questo è soprattutto un disco di ballad. Lo ribadiscono «Quick steps» con quell'arrangiamento che fa pensare alla Björk più orecchiabile come pure l'eleganza di «Flower Blossom», perfetta per una gita al mare in pieno inverno. In «Paper cup» Thony si diverte a giocare con le armonie vocali, accompagnata da un inedito armamentario strumentistico che annovera un banjo e un organo parecchio vintage.

Un po' sottotono «Promises» e «Water», quasi una rimasticatura delle ultime cose di Norah Jones, mentre si riprende quota con la barocca «Blue wolf», dove gli archi fanno la parte del leone. La title track ripesca suggestioni dei tempi belli del folk della West Coast e Thony sa cavarsela con eleganza. Pericolosamente malinconica «Dim Light», ma a svegliarti ci pensa «Sam», incursione nel noise-rock anni Novanta con un evidente debito di riconoscenza verso l'album «Grace» di Jeff Buckley. In «Home» trovi brandelli di quella che fu l'arte visionaria di Nick Drake affidati all'uso sapiente del violoncello. La chiusa di «Nyctinasty» ha il sapore sconsolato di un addio. La speranza è che si tratti di un arrivederci. La speranza è che la nuova «perfetta sconosciuta» lanciata da Virzì non finisca nel dimenticatoio come i protagonisti di «Ovosodo».

Thony «Birds»
Gdm Music/ Artist First

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi