Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 18 novembre 2012 alle ore 15:44.

My24
La cuoca della base neozelandese Scott Heather Pickard. (Dona Shoot)La cuoca della base neozelandese Scott Heather Pickard. (Dona Shoot)

SCOTT BASE - E' domenica anche in Antartide ma tempo libero e sport sembrano essere monopolio di ricercatori e logistici degli altri Paesi non certo degli italiani. Una differenza che si coglie subito nel corso della visita alla base dei neozelandesi, la Scott Base, attiva dal '57 quando come capo spedizione venne chiamato nientemeno che Sir Edmund Hillary, il vincitore quattro anni prima della montagna più alta del mondo, l'Everest. Ora ad accogliere l'ambasciatore italiano in Nuova Zelanda, Alessandro Levi Sandri e il capospedizione della stazione italiana di Baia Terra Nova, Alberto Della Rovere è una giovanissima capo base, Trudie Baker, che ci conduce in un accogliente dining room e in una fornitissima Library. Nei corridoi della base color verde kiwi sfrecciano ricercatori (tutti giovani) in tenuta sportiva reduci dalla palestra oppure da qualche sgambatella di corsa fino alla base americana di Mc Murdo (una vera cittadina della provincia americana) o fino alla Discovery Hut, la prima capanna del 1902 dell'esploratore inglese Robert Falcon Scott. Nella changing room altri ospiti ripongono le loro attrezzature di sci di fondo dopo una scarpinata nell'aria a meno venti su una pista battuta di fresco. C'è anche chi legge e naviga su internet prima del brunch domenicale preparato da un'altra giovane neozelandese, la cuoca Heather Pickard.
Ma non è solo l'età media molto più bassa di ricercatori e logistici italiani che salta all'occhio quanto il fatto che nella stazione Mario Zucchelli la pratica sportiva, anche fuori dall'orario di lavoro, è vista con un misto di diffidenza e sospetto. Un "abbozzo" di palestra un pò datata e situata fuori dal corpo della base scoraggia anche i più determinati. Nei magazzini giacciono impolverati alcuni sci ma senza attacchi, retaggio delle prime spedizioni. Le frequenti richieste delle guide alpine di battere qualche pista sono sempre cadute nel vuoto. Ufficialmente la spiegazione è che occorre evitare nel modo più assoluto incidenti per attività sportive viste le difficoltà di curare in loco traumi del genere. In realtà fin dai tempi di Zucchelli le attività sportive non hanno mai trovato benevola accoglienza perchè considerate un'eccessiva distrazione rispetto all'unica missione che era quella di realizzare in fretta una base totalmente autosufficiente e operativa. Una "regola" non scritta che continua ad essere rispettata ancora oggi e ci differenzia non solo per rispetto ai neozelandesi ma anche agli americani e soprattutto agli inglesi che nelle loro varie basi in Antartide e nella penisola antartica rispettano religiosamente le ore quotidiane di "fan". Ma non risulta che il Bas (British Antarctic Survey) antesignano di ogni attività di ricerca a queste latitudini abbia mai dovuto lamentarsi per la scarsa produttività dei ricercatori (che si ritiene siano persone responsabili) perché troppo distratti dallo svago o dall'attività sportiva.

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi