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Questo articolo è stato pubblicato il 13 febbraio 2013 alle ore 09:32.

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(LaPresse)(LaPresse)

Dopo le dimissioni choc e in vista del conclave, la chiesa prova a guardare avanti. Benedetto XVI "sta vivendo con grande serenità questi giorni" dopo l'annuncio delle dimissioni. Parola del portavoce vaticano Federico Lombardi, chiamato per l'ennesima volta a gestire briefing quotidiani in un pontificato che, dalla crisi della pedofilia allo scandalo Vatileaks, non è incorso in poche emergenze.

Segno della proiezione internazionale della Sede di Pietro, nonché della curiosità globalizzata per una scelta così moderna e così antica, si rincorrono voci spagnole e statunitensi, giapponesi e tedesche, il romanaccio dei venditori di santini e il latino dell'annuncio a sorpresa di Benedetto XVI, rimandato a ruota dai mass media di tutti i continenti.

La sala stampa della Santa Sede pullula sin dalla prima mattina di cronisti da tutto il mondo. Il Vaticano, che in queste ore organizza in tutta fretta accrediti e logistica del Conclave più inaspettato dell'evo moderno, fornisce risposte ai dubbi, alle domande, alle illazioni fioccate dopo il "gran rifiuto" di Papa Ratzinger. Su molte questioni, in realtà, una risposta non c'è, semplicemente perché "è la prima volta".

Come si chiamerà Benedetto XVI a partire dalle 20 e un minuto del 28 febbraio? "Per la storia - risponde Lombardi - rimarrà Benedetto XVI per gli anni in cui è stato Pontefice. Poi attendiamo istruzioni, difficilmente verrà chiamato cardinale, forse vescovo emerito di Roma...".

L'annello del pescatore verrà distrutto, come avviene alla morte di ogni Papa, o rimarrà al dito del futuro Papa emerito? "Le persone competenti - spiega il gesuita - si stanno riprendendo in mano la Costituzione Apostolica e le norme per adattarle alla situazione. Posso supporre però che se l'anello serve a sigillare forse andrà spezzato ugualmente".

Chi vivrà con il Papa dopo il ritiro in un monastero di clausura sulla collina vaticana che sorge accanto all'aiuola di piante esotiche che costeggia un viottolo dello Stato pontificio, dietro il Governatorato? "E' presto per dirlo...".

Incertezze, interrogativi, che iniziano a sedimentarsi nel cuore di fedeli, semplici curiosi, vescovi e cardinali, chi più propenso all'ammirazione per un Pontefice che non smette di stupire per la sua onestà, chi angosciato dall'instabilità quasi dissacrante provocata, al di là forse delle intenzioni, dalla scelta di scendere dal trono del vicario di Cristo in terra.

Qualche paletto il portavoce vaticano lo pianta. La decisione, spiega, "non è stata improvvisata, ma è stata spirituale, lucida, ben fondata dal punto di vista della fede e umano". Ha influito, come ha scritto l''Osservatore romano', l'ultimo viaggio intercontinentale, quello di marzo a Cuba e in Messico, ma le dimissioni vanno guardate con sguardo ampio. Si tratta di una scelta "storica" e il Papa l'ha maturata consapevole dei "problemi della Chiesa al giorno d'oggi", ed è "fuorviante" collegare la motivazione a singole questioni come i problemi di "governante" della Curia romana o "ai Vatileaks", la fuga di documenti riservati della Santa Sede per mano del maggiordomo Paolo Gabriele.

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