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Questo articolo è stato pubblicato il 29 marzo 2013 alle ore 15:26.

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Si comincia col Palazzo Reale di Milano ove troviamo "The Desire for Freedom, arte in Europa dal 1945" - fino al 2 giugno. Le opere di 94 artisti contemporanei provenienti da 27 paesi europei declinano l'idea di Libertà in Europa dal dopoguerra in avanti, arrivando alla contemporaneità come prima interprete di molti fra i quesiti più ingombranti del quotidiano. Dodici capitoli corrispondenti ad altrettante sezioni – Ragione, Utopia, Consumismo, Forza, Sostenibilità, e altre ancora – sono categorie aperte all'interno delle quali questa mostra rimette in discussione l'idea di libertà in Europa dal 1945 a oggi, attraverso il pensiero degli artisti contemporanei. Oltre 100 opere tra dipinti, fotografie, sculture, video e installazioni, provenienti da 28 paesi diversi e realizzate da artisti di differenti nazionalità, tra i quali Ian Hamilton Finlay, Damien Hirst, Armando, Richard Hamilton, Niki de Saint Phalle, Gerhard Richter, Christo, Mario Merz, Maria Lassnig.

Ancora Milano, ancora Palazzo Reale che celebra "Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti", fino all'8 settembre. Si tratta di una rievocazione di quegli artisti che come Modì vissero e dipinsero a Montparnasse, agli inizi del ‘900. In quegli anni, il quartiere parigino era considerato un centro culturale di avanguardia per via della presenza dell'artista toscano – l'ultimo dei pittori maledetti – e di Chagall, ma anche di esiliati politici come Lenin e Trotsky e degli americani Hemingway e Miller. Le opere esposte sono permeate dalla ricercata atmosfera bohémien che caratterizzò questo luogo, «l'unico luogo al mondo in cui – come svela il curatore Restellini – la rivolta ha il diritto di cittadinanza». Le immagini raffigurano gli spiriti tormentati degli artisti che le hanno realizzate, in una pittura che si nutre di continua disperazione.

A Merano, in Alto Adige, presso lo spazio Merano Arte si celebra la fotografa e regista americana Cindy Sherman. "That's me - That's not me - Le opere giovanili 1975 – 1977" (fino al 26 maggio) è un'antologica dei primi lavori che l'artista realizzò proprio nel periodo in cui la sua vita venne toccata da importanti eventi. Una personalità complessa, la Sherman, alimentata da una spiccata curiosità intellettuale grazie alla quale è riuscita a cimentarsi con quasi tutte forme espressive in voga negli anni Settanta. Ecco i ritratti, con quei travestimenti grotteschi, le parodie contro gli stereotipi imposti dalla cultura dominante e le pose inserite il più delle volte in contesti vuoti. E' facile lo spaesamento, di fronte a una delle esperienze iconografiche più interessanti del Novecento.

In quel di Novara, presso il complesso del Broletto (fino al 30 giugno) "Homo sapiens. La grande storia della diversità umana" è una mostra internazionale – ma interamente concepita in Italia - dedicata all'ambizioso progetto di ricerca interdisciplinare fondato, fra gli altri, dal genetista italiano Luigi Luca Cavalli Sforza. Un'utopia evoluzionista che per decenni ha sondato i recessi più nascosti della storia profonda della diversità umana, unendo molecole, fossili, culture e lingue in una cornice globale coerente di prove. Oggi per la prima volta una superesposizione racconta da dove veniamo e come siamo riusciti, di espansione in espansione, a popolare l'intero pianeta, costruendo il caleidoscopico mosaico della diversità umana attuale.

"La Primavera del Rinascimento. La scultura e le arti a Firenze 1400-1460", presso il fiorentino Palazzo Strozzi (fino al 18 agosto) illustra, in dieci sezioni tematiche, la genesi di quello che ancora oggi si definisce il miracolo del Rinascimento, per mezzo di 140 opere, molte delle quali di scultura: l'arte che per prima si è fatta interprete di quella rivoluzione. Un evento straordinario in collaborazione con il Louvre, l'esposizione riunisce una quantità di capolavori assoluti, di qualità straordinaria, provenienti da musei di tutto il mondo. La mostra si apre con una suggestiva panoramica attorno alla riscoperta dell'Antico nella rinascita fra Due e Trecento con opere di Nicola e Giovanni Pisano, Arnolfo di Cambio, Giotto e dei loro successori, per arrivare ai capolavori che esprimono il vertice del primo Rinascimento. Un modello di bellezza universale che mantiene tuttora, nel mondo, il suo richiamo.

Da Picasso a Leger, da Braque a Severini, la rivoluzione cubista arriva a Roma in una grande mostra allestita fino al 23 giugno presso il Complesso del Vittoriano. "Cubisti Cubismo" presenta oltre 200 opere tra oli, disegni, sculture, filmati, oggetti di design, costumi e documenti che illustrano tutta la forza di rottura del movimento creato da Picasso e Braque in Francia tra il 1907 e il 1914, capace di influenzare la cultura di un'epoca. In mostra, oltre ai capolavori di artisti cubisti noti e meno noti, c'è tutta l'espressione del cubismo nelle sue varie sfaccettature. Esposti anche capolavori di importanti gallerie e collezioni private.

Sempre a Roma, al Palazzo delle Esposizioni, sfavillano i nudi di Helmut Newton. "White Women, Sleepless Nights, Big Nudes" – fino al 21 luglio – è una messinscena di donne dalla sensualità dirompente, quasi spiate dal buco della serratura e celebrate nella loro ambigua femminilità. Ci sono tutte – o quasi - le donne amate dal grande fotografo tedesco che rivoluziona la storia della fotografia, che abbandona i set per portare la posa in strada, concependo la città come maxi-teatro. E svelando i retroscena hard del salotto borghese come quelli delle stanze del potere. Cambia la storia dell'erotismo, che sembra ora autorizzato ad abbandonare le sue maschere per farsi vivere in tutta la complessità delle sue inesauribili fantasie.

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