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Questo articolo è stato pubblicato il 12 maggio 2013 alle ore 18:32.

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Riflettori puntati sul Tribunale di Milano: a cinque giorni dalla sentenza con cui la Corte d'Appello ha confermato i quattro anni di carcere già inflitti in primo grado per il caso Mediaset domani, salvo colpi di scena, dovrebbe arrivare una nuova richiesta di condanna per Silvio Berlusconi.

Infatti domattina alle 9,30 riprenderà, dopo una lunga pausa dovuta prima a motivi elettorali e poi all'istanza di rimessione respinta una settimana fa, il processo sul caso "Ruby Rubacuori" nel quale il Cavaliere è imputato per concussione e prostituzione minorile. In aula è attesa la conclusione della requisitoria, sospesa a metà, del procuratore aggiunto Ilda Boccassini che, ai giudici della quarta sezione penale del tribunale, chiederà la condanna dell'ex premier finito alla sbarra per i presunti festini a luci rosse ad Arcore ai quali, per l'accusa, ha partecipato anche Karima El Mahroug, quando era ancora minorenne, e per la telefonata del maggio di tre anni fa ai funzionari della questura per ottenere, questa la ricostruzione degli inquirenti, il rilascio della giovane marocchina fermata per via di un furto. Dopo la requisitoria il collegio dovrà fissare un'altra udienza per dare la parola agli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo, difensori del leader del Pdl e poi un'altra ancora per le repliche e la camera di consiglio. Se tutto dovesse procedere senza più intoppi il verdetto potrebbe arrivare entro fine maggio o al più tardi entro metà giugno.

Desterà certamente polemiche "lo speciale" che sarà trasmesso da Canale 5, rete ammiraglia del gruppo controllato dalla famiglia Berlusconi, "La guerra dei vent'anni: Ruby, ultimo atto". «Ruby venne una sera a una cena e raccontò una storia drammatica, disse di essere figlia di una ricca famiglia egiziana che i genitori avevano cacciato perché aveva deciso di abbracciare la religione cattolica». È questo lo stralcio delle affermazioni di Silvio Berlusconi sulle serate ad Arcore, conosciute al grande pubblico come lo scandalo sulla "nipote di Mubarak", teoria oramai ampiamente smentita, che dopo lo scandalo emerso sui giornali ebbe a sostenere pubblicamente, suscitando la bagarre nell'aula di Montecitorio, l'avvocato e deputato Pdl Maurizio Paniz.

Nell'intervista, Berlusconi ha raccontato che Ruby «mostrò cicatrici di olio bollente, parlò di difficoltà enormi, di comunità e di essere arrivata a Milano poco tempo prima dove aveva trovato un lavoro da cameriera in un ristorante. Una storia che commosse tutti i presenti». «I magistrati volevano sapere se mi ero prostituita. Ho cercato di dire anche a loro, in tutti i modi, di non averlo mai fatto. Ho raccontato tutta la mia vita dall'inizio, però il loro unico interesse era quello di dimostrare che mi ero prostituita, perché se dimostravano quello, secondo me potevano dimostrare anche che avevo avuto rapporti sessuali con il presidente Silvio Berlusconi». È la testimonianza della giovane marocchina Karima El Mahroug, che ha parlato ai microfoni di Canale 5, mentre precedentemente, anche in occasione della sua "comparsata" con tanto di cartelloni di protesta davanti al Tribunale di Milano, la stessa si è sempre rifiutata di rispondere nel merito alle domande dei giornalisti.

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