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Questo articolo è stato pubblicato il 21 agosto 2013 alle ore 08:36.
ELENA BASTERI È critica e curatrice per la danza e le arti performative. Vive a Berlino dal 2006
EMANUELE GUIDI È curatore per le arti visive e direttore artistico della Kunstverein ar/ge kunst di Bolzano. Vive a Berlino dal 2006
(7) «L'indirizzo mail di DFW non era sul sito dell'università, per cui scrissi ai colleghi che avevano lo studio nel suo stesso corridoio. Poi inviai una lettera affrancata che conteneva un'intervista con domande a risposta multipla. Risposero diversi docenti – non l'avrei mai detto – felici di esaudire la richiesta: stampare e consegnare le domande a DFW, che a sua volta rispose con una lettera vera, di carta. Fu bello trovarla. Diceva di essersi divertito (a tratti). Ma non dimenticherò di aver poi letto che gli pesava molto sentirsi in dovere di rispondere alle tante lettere che riceveva»
ARNALDO GRECO Vive e lavora a Milano
(8) «Conobbi Wallace a Capri, in occasione delle Conversazioni, la serie d'incontri letterari organizzati da Antonio Monda. Erano i giorni dei mondiali di calcio in Germania e con David vedemmo una partita. Era appassionato di tennis, il calcio non lo capiva. Circondato da noi tifosi cominciò a decriptare la sintassi calcistica, a capire il senso di quegli stazionamenti della palla a centrocampo, senza apparenti fughe in avanti. Ricordo che ci disse una cosa molto divertente e cioè che all'improvviso gli fu chiara una differenza culturale, ovvero che gli americani, abituati a punteggi come quelli di basket e football, non potevano concepire qualcosa che finisse soltanto 0 a 0, 1 a 1 o 2 a 1»
PAOLO REPETTI Direttore della collana Stile Libero di Einaudi
(9) «Oltre a DFW invitammo Jonathan Franzen, Zadie Smith, Jeffrey Eugenides e Nathan Englander. Via mail David fu cortese e formale, come se stesse scrivendo al Presidente del Nobel per un invito a Stoccolma. Di persona, poi, fu un principe. Una grande grazia nel porgersi, per nulla affettata. Nonostante fosse un marcantonio sudato e stanco, in t-shirt, pantaloncini e bandana. Passammo una meravigliosa settimana tra Capri e Napoli. Apprezzò il polpo, che non aveva mai mangiato. Sua moglie Karen mi disse che quell'estate fu per lui un momento di particolare serenità. Il suo ultimo momento di sole prima di farsi riafferrare dal buio. Ho saputo che ogni tanto sua madre e sua sorella guardano il filmato di David a Capri per ricordarlo pacificato e sereno. Io ho avuto il privilegio di esserci. Come quando una piccola isola riaffiora per poche ore, per effetto delle maree, prima di inabissarsi ancora»
DAVIDE AZZOLINI Vive a Napoli, produce eventi culturali, film e documentari. È direttore del NapoliFilmFestival dal 2002, ha creato a Capri Le Conversazioni
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