Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 23 dicembre 2013 alle ore 08:25.
L'ultima modifica è del 29 dicembre 2013 alle ore 15:11.

My24

INTERVISTATORE
E qual è stata la prima trasmissione che hai condotto? Chi è stato a decidere di mandarti in video?
BIGNARDI
Allora, io prima di A tutto volume (5) avevo fatto l'inviata in un programma di Raidue che si chiamava Mixer Cultura (6), lo faceva Arnaldo Bagnasco, un giornalista che è mancato qualche anno fa, e credo che fu così che Minoli chiese a Riotta: «C'è qualcuno dei tuoi redattori che mi può fare da inviato su cose tipo la scuola, i libri?». E lui disse: «Secondo me la Bignardi potrebbe farlo»... Minoli mi chiamò e fece un provino a Roma, quindi ho fatto l'inviato per un anno per questo programma, lì mi videro da Canale 5 e mi chiesero di fare A tutto volume... E io nel frattempo continuavo a collaborare con Panorama, con La Stampa, con Sette, con tutti i giornali che potevo e che riuscivo... In A tutto volume si andava a registrare sempre in esterni, quindi era impegnativo, perché io facevo i lanci, che sono quella cosa terribile che non sei in diretta, ma tu hai un testo e dici: «Allora questa settimana parliamo di Il senso di Smilla per la neve... (7)», ancora mi ricordo le classifiche di quegli anni perché A tutto volume era la classifica dei libri, quindi mi ricordo il libro di Giovanni Paolo II e Il senso di Smilla per la neve... Quindi metti che andavo sul Monte Bianco per il lancio di Il senso di Smilla per la neve, andavo sotto la pioggia del Giro d'Italia per un altro libro... Quindi in realtà era un programma molto impegnativo, perché lo giravi in esterni, poi veniva montato e alla fine andava in onda, e mi prendeva parecchio tempo. È stata una cosa molto faticosa, perché io il primo anno non ero autore e lì ho sofferto come un cane: io non ho grandi doti di spettacolo quindi so dire solo le cose che mi scrivo io. È stata una sofferenza, però mi è servito, anche lì ho imparato qualcosa... Intanto, sai, il battesimo della telecamera: la telecamera è un mostro, le prime volte io dovevo bere una grappa per andare in video... Già l'inviato è più facile. La cosa difficile è quando devi fare i lanci, dire un testo, perché quello son bravi gli attori a farlo, ma non i giornalisti...


INTERVISTATORE
E invece la prima trasmissione lunga che hai fatto è stata Tempi moderni (8)?
BIGNARDI
Sì, Tempi moderni la scrivevo io, quindi è stata la prima cosa mia...


INTERVISTATORE
Ed è venuta a te l'idea?
BIGNARDI
No, l'idea è venuta a Giorgio Gori, che era direttore di Canale 5 e voleva fare un talk show di costume, voleva che lo facesse una giornalista, ne abbiamo parlato... Io nella prima puntata invitai, era il 1998, nove coppie gay, e ricordo ancora di tutti il nome, il cognome, che cosa facevano. Cosa che adesso non sarei più in grado... Avere diciotto ospiti di cui so tutto, l'età, la storia, la vita... Era proprio una cosa viva. Sai, in quegli anni lì la società stava cambiando, non so dirti come, ma stava cambiando molto velocemente e io raccontavo queste cose che adesso sono banali e normali, come le persone tatuate o con il piercing...


INTERVISTATORE
Siamo arrivati al Grande Fratello.
BIGNARDI
All'inizio quando Giorgio Gori mi chiese se avessi voluto condurre il Grande Fratello non sapevo neanche cosa fosse ed ero intenzionata a non farlo. Giorgio mi disse che voleva una giornalista: «Guarda, è una materia incandescente, tu sei bravissima a raffreddare le cose», che è una mia particolarità. A volte i televisivi scaldano, io invece raffreddo, è una cosa che mi viene istintiva, però io non ero per niente convinta, infatti mi ricordo che ero al mare con mio figlio piccolo e venne una delegazione composta da Gori, Bassetti, Rondolino. Arrivarono una sera in Sardegna, poveracci, vomitando, perché io stavo in un posto lontanissimo da tutto, loro presero un aereo per Olbia e arrivarono la sera tutti vomitanti...


INTERVISTATORE
Quale fu la tua reazione? Il fatto che si chiamava Grande Fratello non ti diceva niente?
BIGNARDI
Io alle volte sono un po' distratta. Sai dopo come arrivai a pensare che poteva essere interessante? Con un editoriale di Scalfari su Repubblica che diceva: «Arriva il demonio, il Grande Fratello»... Mi fece un po' da traghettatore, Scalfari, perché comunque parlava un linguaggio che io conoscevo e mi dissi: «Be', demonio? Interessante!», e quindi poi accettai...


INTERVISTATORE
Be' una trasmissione diabolica... Tu sei stata la prima a fare questa cosa: sei stata la madre di questo atteggiamento empatico ma anche crudele... Con questi chiusi là dentro...
BIGNARDI
… Che tu poi li devi guidare, li devi contenere...


INTERVISTATORE
Com'erano prima e come dopo?
BIGNARDI
Guarda, nel primo Grande Fratello erano identici prima e dopo perché erano dei ragazzi normalissimi, naïf... Rocco faceva l'ingegnere, Pietro aveva la passione per i cavalli e faceva anche lui l'università, Salvo era un pizzaiolo...


INTERVISTATORE
E come ti guardavano?
BIGNARDI
Be', per me parlare con le persone...


INTERVISTATORE
La tua forza qual è? L'empatia?
BIGNARDI
Non solo l'empatia, anche il capire quanto tu... Io per esempio so se tu sei televisivo o meno, se tu funzioneresti o no, anche se non te lo dirò. A me basta parlare con te cinque minuti e lo capisco: perché è istinto, è il mio mestiere e lo faccio da tanto tempo. E soprattutto se ti dovessi intervistare in tv io so che cosa chiederti per interessare il pubblico...


Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi