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Questo articolo è stato pubblicato il 21 febbraio 2014 alle ore 23:06.
L'ultima modifica è del 22 febbraio 2014 alle ore 15:36.

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La notte dei cantautori: all'Ariston nella quarta serata del festival è andato in scena il cosiddetto «Sanremo Club», ambizioso esperimento voluto da Fabio Fazio per provare a riconciliare la tradizione della musica leggera e quella cantautorale, il mainstream con la vena poetica dei numi tutelari del Club Tenco.

Ovvio che il «principe» della serata sia Gino Paoli che intorno alle 22, accompagnato dal pianista jazz Danilo Rea, si è prodotto in un medley omaggio alla scuola genovese di cui lui stesso fu esponente di punta. Introduce Rea al piano «scherzando» sulla «Bocca di Rosa» di Fabrizio De André, prova di raro virtuosismo. Paoli prende il microfono e infila «Vedrai vedrai» di Luigi Tenco, «Il nostro concerto» di Umberto Bindi e la sua «Cielo in una stanza». Standing ovation per lui.

La serata si è aperta con il vincitore della scorsa edizione, Marco Mengoni, protagonista di una intensa versione di «Io che amo solo te» di Sergio Endrigo. Introduzione perfetta per ciò che di lì a poco sarebbe successo, con i big impegnati nelle cover di brani celebri della nostra tradizione cantautorale. I primi a esibirsi sono stati i Perturbazione che, con una Violante Placido in pizzo nero per ospite, hanno interpretato «La donna cannone» di Francesco De Gregori.

Intrigante l'arrangiamento, impreciso il controcanto di lei. L'attore Riccardo Scamarcio recita il ruolo del batterista nella cover di «Diavolo in me» di Zucchero offerta da Francesco Sarcina. L'impatto è buono, ma il pezzo alla lunga stanca. Operazione deliziosamente swing per Frankie Hi Nrg che, con l'aiuto di Fiorella Mannoia, rilegge «Boogie» di Paolo Conte. Noemi si mette al piano per un'essenziale versione de «La costruzione di un amore» di Ivano Fossati.

Francesco Renga e Kekko dei Modà si alternano al canto su «Un giorno credi» di Edoardo Bennato. Senza grandi guizzi. Ron si emoziona a rileggere «Cara», immortale ballata dell'amico Lucio Dalla alla cui incisione lui stesso partecipò in qualità di chitarrista, mentre Arisa esegue un po' con il freno a mano tirato «Cuccuruccuccù» di Franco Battiato.

A Luciana Littizzetto è assegnato il contrappunto ironico dello show. Eccola che ironizza sull'affaire Hollande, mostrandosi in scooter con un particolarissimo «cavaliere» che indossa un casco integrale come il presidente di Francia nelle foto paparazzate del flirt con Julie Gayet. Arrivano sul palco, lui si sfila il casco ed è il maestro Beppe Vessicchio, sulla cui «bacchetta» Lucianina si sofferma. Arriva il mago Silvan e la utilizza come improbabile cavia del numero della ragazza nella scatola. E giù risate.

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