Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 03 giugno 2010 alle ore 21:23.
TRENTO - Come sarebbe l'Italia senza l'euro? «Inimmaginabile, come la Germania e tutta l'Unione europea». Robert D. Putnam, dell'università di Harvard dove insegna Public policy, autore di ‘Capitale sociale e individualismo' ha appena terminato l'incontro di apertura del Festival dell'Economia di Trento, sulle sfide delle società multietnica, introdotto dal direttore del Sole 24 Ore, Gianni Riotta.
Putnam ha illustrato le potenzialità della diversità, come forza propulsiva delle società multietniche, ma parlato anche dei limiti e delle difficoltà soprattutto nel breve periodo. Gli abbiamo chiesto se la sua idea di "decostruzione dell'identità" come primo passo verso l'integrazione può essere applicata all'eurozona che, dopo dieci anni di vita, sta attraversando la sua prima crisi pesante… di identità.
«Non sono un economista, tanto meno esperto di questioni monetarie, ma la mia opinione è che l'Italia ma anche la Germania sono inimmaginabili senza integrazione europea. Sarebbe un disastro. Per tutti, anche per gli Stati Uniti, ma prima di tutto per l'Europa».
Dal suo punto di vista di esperto di scienze sociali, come vede le attuali difficoltà del processo di integrazione europeo e in particolare della zona euro?
Molti osservatori, anche gli americani che guardano con simpatia al progetto europeo, avevano avvertito già dieci anni fa che una visione ‘monoculare', cioè solo monetaria, dell'economia europea sarebbe stata destinata a fallire. Posso dirlo oggi perché lo avevo detto anch'io, non bisogna essere grandi esperti di economia per rendersene conto. Sarebbe impensabile che, pur condividendo con gli altri stati dell'unione, il Texas piuttosto che la California adottassero politiche economiche proprie, autonome l'una dall'altra.
Cosa serve all'Unione europea?
Serve decostruire le identità nazionali e costruire un "nuovo senso di noi", di identità comune e di appartenenza, di reciproca lealtà tra singoli stati, tra europei che porti a condividere anche le politiche economiche e fiscali e non solo la moneta.
L'Europa può riuscire a raggiungere questo obiettivo?
Io sono ottimista. Credo però che il nodo vero oggi sia la leadership. I leader attuali sono all'altezza delle difficoltà che questo compito comporta?