Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 11 giugno 2010 alle ore 17:46.
SANTA MARGHERITA - Focus sulla crescita economica a Santa Margherita Ligure al convegno dei giovani industriali di Confindustria in cui si discute di "Responsabilità e riforme". «La situazione è seria e i sacrifici non finiscono con la manovra. Senza rigore siamo un paese spacciato, ma senza crescita siamoun paese morto», ha affermato la presidente Federica Guidi, illustrando le tesi dei giovani imprenditori.
«La classe politica ha colpe pesanti», per la mancata attuazione delle riforme, ma lo stesso «vale per la società civile, per l'opinione pubblica tutta, per il sindacato e anche per un sistema imprenditoriale. Tutti assieme non siamo riusciti a creare un clima opportuno per costringere governo e parlamento a passare dalle parole ai fatti».
Secondo la presidente «la situazione è grave e seria e l'arte di arrangiarsi non basta più. La manovra che è stata presentata a maggio non lascia spazio ai dubbi». Nel suo discorso introduttivo , Guidi ha sottolineato che occorre costruire insieme «una democrazia della responsabilità, di politici, funzionari e privati cittadini. Noi siamo pronti a fare la nostra parte e questo significa scrivere insieme un nuovo patto sociale. Un patto sociale non è un assegno in bianco».
La presidente dei giovani di Confindustria ha apprezzato le mosse del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, al quale ha riconosciuto il merito di «aver tenuto ferma la barra nella tempesta della crisi, contrastando con determinazione politica e coraggio personale tutti coloro che volevano tornare all'Italia della spesa pubblica, come negli anni '70, come soluzione di tutti i problemi». Ma l'impressione dei giovani industriali è che il paese sia come una comitiva di rocciatori «ben allenata, abituata a situazioni difficili, ma non equipaggiata come dovrebbe. Su un piede ha uno scarpone da montagna, perfettamente funzionante. Sull'altro una scarpa consumata».
I giovani industriali non si tirano indietro, pur avendo ereditato «un paese pieno di difficoltà. È giunto il tempo per noi di salire sul ring, di smetterci di accontentarci di essere solo spettatore».
«Una buona riforma delle pensioni è fuori dall'agenda politica», ha poi detto Federica Guidi, ricordando come «la nostra spesa per la protezione sociale sia tutta accentrata sul sistema previdenziale» disegnando una «iniquità generazionale». Tuttavia, «i patti si possono riscrivere». Occorre, quindi, «traguardare la riforma delle pensioni per rimettere al centro del nostro welfare un banale principio di giustizia distributiva fra generazioni».