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Economia Politica economica

Catricalà: «Liberalizzazioni altalenanti, serve più concorrenza»

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Questo articolo è stato pubblicato il 15 giugno 2010 alle ore 11:48.

«Il processo di liberalizzazione, storicamente, è stato altalenante e contraddittorio». A dirlo é il presidente dell'Antitrust, Antonio Catricalà nel corso della presentazione della Relazione annuale a Montecitorio, alla presenza delle più alte autorità dello Stato. «In alcuni settori si sono ottenuti risultati significativi, in altri si sono incontrati gravi ostacoli. Nel complesso l'opinione pubblica non sempre ha avuto modo di percepire i benefici delle riforme». Secondo Catricalà «la cultura dell'efficienza, del merito e della responsabilità non riesce ad affermarsi negli indirizzi legislativi, nelle prassi amministrative, negli atteggiamenti della politica, delle parti sociali e delle categorie produttive».

Le norme delle regioni, poi, spesso contrastano «con gli interventi nazionali di liberalizzazione». Per «fronteggiare le tante eterogenee restrizioni introdotte in sede locale, occorrerebbe un monitoraggio regolare e sistematico da parte dello Stato dell'attività normativa regionale». E l'Antitrust, in ragione della sua indipendenza, terzietà e qualificazione tecnica, «potrebbe essere legittimata a proporre, direttamente nell'ambito dei propri procedimenti di accertamento di illeciti o, più in generale, per il tramite del Consiglio dei Ministri, questioni di legittimità costituzionale sulle norme regionali lesive dei princìpi della concorrenza».

«Abbiamo il dovere di segnalare che non possiamo più pagare il prezzo di politiche anticompetitive», sottolinea Catricalà. I costi degli input produttivi sono più alti della media europea, «28% in più per l'energia elettrica, 6% in più per i fidi, 100% in più per la responsabilità civile automobilistica. L'adeguamento dei costi a quelli dei nostri vicini darà respiro alla grande industria e ai distretti, consentirà prezzi più bassi, renderà probabile l'aumento dei consumi della famiglie». Ma affinchè ciò accada, ha avvertito il presidente Antitrust, «è necessario iniettare nel sistema dosi massicce di concorrenza».

Continuano a salire i premi delle assicurazioni per la responsabilità civile automobilistica, denuncia Catricalà. «La rilevante incidenza della spesa per questo servizio sui costi di famiglie e imprese, di recente confermata dall'Isvap, ha indotto l'Autorità ad aprire un'indagine conoscitiva.

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La ricetta di Catricalà per ridare ossigeno all'economia

«È necessario iniettare nel sistema dosi massicce di concorrenza». Catricalà cala quasi

Tags Correlati: Antitrust | Antonio Catricalà | Consiglio dei Ministri | Giulio Tremonti | Giustizia | Isvap | Montecitorio

 

Catricalà attacca il massimo scoperto. Nel settore bancario c'é «una perdurante debolezza degli stimoli competitivi» osserva Catricalà, che rileva «intollerabili squilibri» nei rapporti contrattuali che gli istituti di credito hanno con la clientela e le piccole imprese, squilibri «accentuati dall'asimmetria informativa». «Episodi come quello delle commissioni di massimo scoperto, abolite per legge ma sostituite dalle banche con oneri, certamente legali, ma più gravosi, non contribuiscono al recupero della fiducia dei risparmiatori», sottolinea il presidente dell'Antitrust. «Anche il collocamento di carte di credito revolving in luogo dei prestiti tradizionali - sottolinea - è indicativo di un'attenzione rivolta solo alla redditività dell'impresa e non anche all'interesse della clientela».

Nel mercato finanziario italiano «intensità degli intrecci azionari e personali tra imprese concorrenti costituisce una peculiarità nazionale che frena le spinte concorrenziali, riduce la contendibilità del controllo e attenua il rapporto tra capitale di rischio investito e responsabilità». Nel mirino la governance della grande finanza italiana. «Sono ancora troppo frequenti le ipotesi di controllo di fatto, dissimulato da partecipazioni di minoranza e ciò consente gestioni imprenditoriali per le quali risulta indebolita la disciplina di mercato».


L'intenzione del Governo di aumentare la libertà di impresa viene accolta con favore da Catricalà, che invita a riformare «il contesto di mercato oggi ostile al pieno esercizio dell'iniziativa economica». Per Catricalà «lo strumento c'é, le idee non mancano, occorre tradurle senza ulteriore indugio in norme e fatti concreti», per «l'urgenza di consentire alle nuove imprese e a quelle esistenti di crescere e produrre ricchezza». Per il presidente Antitrust, quindi, «ben vengano le riforme costituzionali utili al fine» annunciate dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti: «condividiamo la necessità di anticiparne gli effetti con legge ordinaria».

Va recuperato il ritardo nello sviluppo della rete di nuova generazione per la banda larga, sottolinea il presidente dell'Antitrust. «La dimensione degli investimenti richiede l'intervento di più soggetti privati e di società pubbliche che ritengano profittevole la spesa: per tale ragione l'Autorità non é pregiudizialmente contraria a ipotesi di cooperazione tra imprese rivali, purché siano garantite l'assenza di pratiche nocive per la concorrenza e la neutralità nella gestione della rete». E le regole di governance dovranno essere valutate dall'Antitrust.

Le sanzioni impartite dall'Antitrust tra il 2009 e i primi 3 mesi del 2010 ammontano a 90 milioni: quasi 50 milioni nella tutela della concorrenza e oltre 40 milioni nella difesa dei consumatori. «Dall'inizio del 2009 - spiega Catricalà - l'Autorità ha concluso 12 procedimenti istruttori per intese illecite. In 6 casi ha accertato l'esistenza di infrazioni, irrogando sanzioni per quasi 50 milioni di euro; in altri 5 ha accettato gli impegni presentati dalle parti; in un caso, infine, l'istruttoria ha dato esito favorevole alle imprese inquisite». Per gli abusi di posizione dominante, «un solo procedimento si è concluso con sanzione mentre 5 sono terminati con l'accettazione di impegni delle imprese sotto indagine». I procedimenti di tutela dei consumatori sono stati 355, di cui 315 con accertamento di violazioni, con sanzioni superiori ai 40 milioni di euro. Altri 92 procedimenti si sono conclusi a seguito di moral suasion.

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