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Questo articolo è stato pubblicato il 03 luglio 2010 alle ore 15:59.
Negli Stati Uniti quasi un cittadino su dieci è disoccupato. Mentre l'Europa deve fare i conti con i debiti sovrani dei Piigs che minacciano lo stato di salute dell'economia e dell'euro (che ha perso il 15% da inizio anno sul dollaro). Senza dimenticare la Cina, la locomotiva che ha guidato la crescita mondiale negli ultimi anni e che, adesso, nonostante il buon dato del 2009, sta lanciando segnali di raffreddamento. E il Giappone? Non è mai riuscito a riprendersi dopo il collasso delle banche negli anni '90, intrappolato nella morsa di tassi bassi perché lo spettro dell'inflazione farebbe lievitare i costi dell'enorme debito pubblico.
Insomma, sarà pur vero che la recessione economica mondiale iniziata nel 2008 ha ormai toccato il fondo e che si cominciano a intravedere i primi segnali di ripresa. Ma è anche vero che le economie più forti del pianeta, quelle che in termini di Pil accumulato sono davanti a tutte, ne stanno uscendo con profonde cicatrici. E non saranno – a giudicare dalle stime di cresciuta per il 2010 elaborate da Fortune – le prime economie a ritornare sui livelli pre-crisi. Perché da qualche altra parte del mondo c'è chi è decisamente più in salute e viaggia, pur partendo da un Pil accumulato nettamente inferiore, in questo momento con una velocità doppia, laddove non tripla.
È il caso del Canada, che come l'Australia, è una delle commodities economies, proprio per la sua forte dipendenza dall'andamento delle materie prime e, segnatamente, dal petrolio. Questa volta è la domanda domestica a guidare il recupero dell'economia, che appare dunque più "sano". Ma la vera spinta – segnala Fortune – alla ripresa mondiale sta arrivando dall'Asia, con Singapore in prima linea. E dall'America Latina, con le sorprese Perù e Colombia. Ma il 2010 è anche l'anno dell'Africa, non solo per i mondiali di calcio, ma anche perché nel continente nero ci sono alcuni paesi, come l'Uganda, che stanno diventando esempi di un'accelerazione economica virtuosa.