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Economia Politica economica

Il fondo anti Madoff proposto da Barnier incontra i primi ostacoli e le prime critiche

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Questo articolo è stato pubblicato il 12 luglio 2010 alle ore 20:19.

Bruxelles - La proposta presentata oggi dal commissario europeo al Mercato interno, Michel Barnier, per armonizzare le garanzie sui depositi bancari e abbandonare il regime di copertura assicurata oggi dai bilanci statali, non piace ai fondi di garanzia di molti paesi europei, in particolare quei paesi che hanno sistemi bancari più avanzati rispetto, per esempio, a quelli di alcuni stati membri di adesione più recente alla Ue. A guidare il fronte del ‘no' è soprattutto la Germania, ma anche altri paesi, Italia compresa, hanno manifestato forti perplessità.


Le critiche riguardano non tanto l'armonizzazione delle garanzie, quando il cosiddetto ‘bank resolution fund', il fondo alimentato dalle banche il cui obiettivo è la gestione non traumatica dei fallimenti bancari. Si tratta di osservazioni che erano già emerse la scorsa settimana a Lussemburgo dove si è riunito lo European forum of deposit insurer (l'associazione europea dei fondi interbancari di tutela dei depositi).


I punti contestati sono almeno tre e vanno dall'obiettivo di raccolta indicato da Barnier (1,5% dei depositi) ai tempi di raccolta, ma riguardano anche il meccanismo analisi del rischio, alla base del calcolo del contributo che ciascuna banca dovrebbe versare al fondo.
Tanto è vero che già per venerdì prossimo il board del forum dei fond interbancari è stato convocato a Venezia, per discutere le proposte della Commissione e individuare un percorso che da qui all'autunno definisca quanto meno una "metodologia" in chiave "diplomatica e propositiva" per modificare all'europarlamento e in consiglio il testo di Barnier.
L'obiettivo è di giungere comunque entro fine anno almeno alla modifica della direttiva 19 del '94 portando a 100mila euro la garanzia sui depositi di ciascun correntista e riducendo a 7 giorni il termine del rimborso, in tutti gli stati membri.


Ma i nodi da sciogliere sono altri e riguardano il coinvolgimento diretto ed ‘ex ante' delle banche nella garanzia per i risparmiatori in caso di fallimento attraverso il fondo alimentato dagli stessi istituti. In dieci anni dovrà raccogliere una cifra pari all'1,5% dei depositi. Questo ammontare viene considerato eccessivo da alcuni membri del forum che contesta anche la progressione: i due terzi della cifra dovranno essere versati nei primi 4 anni (lo 0,25% all'anno). Ciò vale anche per quei paesi che non hanno già una copertura ‘ex ante' dei fallimenti bancari e dunque partono da zero (è proprio il caso dell'Italia) o che ce l'hanno ma ridotta (Germania, Austria).

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Barnier lancia l'eurofondo anti Madoff per le banche e commenta (positivamente) l'idea di Profumo

Depositi bancari garantiti fino a 100 mila euro, in qualsiasi valuta, e con tempi di rimborso

Tags Correlati: Depositi bancari | Germania | Italia | Michel Barnier | Stati Membri

 


Altro punto della proposta che viene considerato "incongruo" è il meccanismo di analisi del rischio su cui si basa il contributo delle singole banche. Gli indicatori fissi e alternativi previsti non vengono considetati adatti – spiegano le fonti interpellate dal Sole 24 Ore.com - a essere applicati indistintamente ai sistemi bancari nazionali più sofisticati della Ue e a quelli meno strutturati. Un esempio citato è il peso che devono avere i Cds nella valutazione dell'esposizione al rischio dei singoli istituti.


Non è gradito, poi, il sistema di solidarietà previsto dal ‘pacchetto Barnier': la cosiddetta ‘mutual borrowing facility' che prevede trasferimento di liquidità da un paee all'altro in caso di necessità. Su questo punto è molto perplessa la Germania che teme di dover farsi carico delle difficoltà di banche di paesi meno rigorosi, anche se – va ricordato – Berlino deve gestire le difficoltà delle Landebank che rappresentano il 20% del sistema e negli ultimi 7 anni hanno totalizzato 11 miliardi di perdite.


Un chiarimento, infine, è importante: l'iniziativa della Commissione per la tutela dei depositi e per la gestione dei fallimenti non va confusa con l'ipotesi di una tassa sulle banche il cui obiettivo sarebbe quello di recuperare gli aiuti che alcuni governi hanno già concesso ad alcune banche nei due anni passati per superare la crisi. Il fondo proposto oggi (o fondi nazionali in vista di un fondo pan-europeo a medio termine) è un accantonamento da parte del sistema bancario che nulla ha a che fare con la fiscalità e, anzi, ha l'obiettivo di evitare che le difficoltà degli istituti di credito finiscano per pesare sulle tasche dei contribuenti.

Profumo propone un fondo privato europeo per salvare le banche

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