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Questo articolo è stato pubblicato il 03 agosto 2010 alle ore 11:04.
«Ce la siamo vista brutta, ma stiamo tornando in sella». Questo è il senso di un commento che il segretario al tesoro americano Timothy Geithner ha scritto per il New York Times. «Welcome to the recovery» (benvenuti nella ripresa ndr.) è il titolo dell'articolo in cui il braccio destro del presidente Obama ha ripercorso le ragioni della crisi e ha indicato alcuni segnali di ottimismo a cui guardare per il futuro.
I recenti dati macroeconomici su consumi e investimenti, che hanno mostrato un incremento seppur lieve sia a livello tendenziale che congiunturale, per Geithner sono dei segnali incoraggianti sulla ripresa negli Usa. Il recente recupero di importazioni ed esportazioni testimonia poi come le aziende americane siano tornate ad essere competitive. Soprattutto in campi molto specializzati come l'hi tech, ma anche nel manifatturiero: l'industria dell'auto, nonostante le vendite non siano esaltanti, è tornata vitale dopo mesi di paura.
Ma è sulla finanza che, secondo il segretario al Tesoro, gli americani si stanno vaccinando. A partire dalle famiglie che ora risparmiano di più e ripagano i loro debiti. «Una svolta importante, dato che è proprio dall'eccessivo indebitamento che è partita la crisi». Quanto alle banche, secondo Geithner, ora sono più solide e competitive e il piano di salvataggio Tarp si è rivelato efficace (perché è costato decisamente meno di quanto prospettato e ha portato ai contribuenti oltre 20 miliardi di entrate).
Certo, resta un punto debole di non secondaria importanza: la disoccupazione. Il mercato del lavoro ha recuperato terreno in questi mesi, ma non quanto il governo americano sperava. Il tasso di senza lavoro resta ai massimi dal 1948 e, in un economia in cui i consumi rappresentano i due terzi del Pil, questo resta un problema grave. L'aspetto paradossale è che in realtà le richieste di lavoro da parte delle aziende sono a livelli record, ma il numero di occupati non sale perché la maggior parte dei disoccupati sono lavoratori poco specializzati. Geithner ne è consapevole è infatti dice: «Dobbiamo fare di tuto perché costoro acquisiscano le competenze per rientrare nell'economia del 21esimo secolo».