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Questo articolo è stato pubblicato il 10 settembre 2010 alle ore 19:25.
Non rimango turbato quando qualcuno attacca le mie idee. Al contrario: penso che non si prenderebbero il disturbo di farlo se non ritenessero che io sia effettivamente in grado di influenzare il corso degli eventi.
Ad esempio, recentemente ho letto sulla homepage della pagina web di Yahoo! Finance un articolo intitolato: «Krugman sbaglia! Gli stimoli ‘danneggiano l'economia', dice Brian Wesbury». In un'intervista video, Wesbury, un economista della First Trust Portfolios, una società di servizi agli investimenti dell'Illinois, mette in guardia dai pericoli della spesa pubblica: «La mia opinione è che gli stimoli ‘destimolano', perché spostando le risorse da un settore a un altro si va a interferire con l'ordine naturale delle cose, influenzandolo, a mio parere, in modo negativo».
Ma gli intervistatori fanno notare che «Paul Krugman ripete fino alla nausea» che gli stimoli sono necessari. «Lo Stato non ha l'obbligo di creare crescita», risponde Wesbury.
Ero tentato di ignorare questi commenti, ma poi mi sono ricordato che Wesbury non è uno qualunque.
Dopo tutto, pochi di noi possono vantare nel loro curriculum un promemoria agli investitori nel giorno del tracollo della Lehman Brothers, nel 2008, che recitava: «La buona notizia è che questo terremoto finanziario difficilmente si trasformerà in un terremoto economico. I prestiti di cattiva qualità fatti all'inizio del decennio non hanno creato un boom economico diffuso; e scoprire fino a che punto quei prestiti erano cattivi non provocherà un tracollo economico».
Quando Wesbury dice che io mi sbaglio, forse è il caso di non fidarvi più di tanto.
Io ho mai commesso errori importanti? Sì. Due, a mio parere. (Tanto per essere chiari, sto parlando di errori professionali. Gli errori di altro genere sono affari miei!)
Il primo è stato a metà degli anni 90, quando giudicai irrilevanti le prime notizie su un'impennata della crescita della produttività negli Stati Uniti legata alla diffusione della tecnologia informatica. Ero convinto che ci fosse una falla logica nella tesi, poi estrapolai e criticai tutto quello che dicevano gli entusiasti. E invece l'impennata della produttività era reale.