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Questo articolo è stato pubblicato il 13 settembre 2010 alle ore 17:03.
Il taglio delle tasse sul lavoro deve essere una priorità per il governo. Per sollecitare un cambio di marcia Cisl e Uil sabato 9 ottobre hanno indetto una manifestazione nazionale a Roma, chiedendo la convocazione di un tavolo di confronto con le parti sociali.
Sulla riforma integrale del fisco Cisl e Uil puntano a un'alleanza con il mondo delle imprese, che saranno le benvenute in piazza, al contrario dei politici: «È meglio che non si presentino a piazza del Popolo i politici con le rispettive bandiere di partito perchè saranno ascolti da pernacchie virtuali, visto che noi non fischiamo nessuno – ha detto il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, in conferenza stampa –. Se i politici hanno simpatia per le nostre opinioni si muovano nei consigli comunali e regionali e in Parlamento».
Bonanni ha spiegato che in tempo di crisi non ci saranno scioperi generali, le manifestazioni «intendiamo svolgerle di sabato o di sera per non gravare sui redditi dei lavoratori che sono già duramente colpiti». L'attenzione è rivolta alla verifica di governo prevista per fine settembre: «Non abbiamo intenzione di stare a guardare - ha aggiunto il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti -, sicuramente un governo che mette al centro dell'agenda programmatica la riforma della legge elettorale o la giustizia non è all'altezza della situazione. L'attenzione deve essere rivolta su che tipo di politica fiscale fare e sulla riduzione delle tasse».
Nel merito Cisl e Uil propongono di ridurre le aliquote sui redditi – in particolar modo la prima e la terza – portandole rispettivamente al 20% e al 36%, equiparando la no tax area tra pensionati e lavoratori dipendenti. Premono per un rafforzamento degli strumenti di sostegno alle famiglie e soprattutto degli strumenti di lotta all'evasione. Bonanni e Angeletti chiedono anche un innalzamento dell'imposta sostitutiva sulle rendite finanziarie dal 12,5% al 20% (con l'esclusione dei titoli di Stato) e l'abbassamento della tassazione sui depositi bancari (oggi al 27 per cento). Per le imprese i due sindacati propongono una riduzione del prelievo fiscale legata all'innovazione tecnologica e all'incremento occupazionale. Quanto al federalismo fiscale, non dovrà comportare alcun aumento della pressione fiscale nè di costi, «che si scaricherebbero sui redditi da lavoro e sulle pensioni».