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Questo articolo è stato pubblicato il 24 settembre 2010 alle ore 19:17.
«La vera sfida dell'Occidente sul fronte dell'occupazione? L'invecchiamento dell'èta dei lavoratori. Bisogna investire sulla formazione di chi ha tra i 40 e 55 anni». John Martin, direttore Occupazione lavoro e affari sociali dell'Ocse, intervistato dal Sole24ore.com a margine del convegno genovese di Confindustria su occupazione e competitività, esce un po' dal solito seminato.
Certo, «il tema della disoccupazione giovanile è terribile – dice -. Dev'essere affrontato con vigore». Ma, nel medio periodo, se «non si interviene sulle competenze di chi ha superato una certa età, sarà impossibile mantenere queste persone nel mercato del lavoro. E, di conseguenza, sostenere i sistemi pensionistici e, in ultima istanza, il debito dei governi occidentali».
Non è una visione un po' estremizzata? Per rilanciare l'economia bisogna puntare su chi è più giovane…
Non dico che bisogna dimenticare la disoccupazione giovanile. Tuttavia faccio notare una cosa.
Vale a dire?
Negli Stati Uniti chi, in questo difficile periodo, riesce a trovare un posto ha normalmente un alto profilo professionale. Mentre chi ha scarse competenza trova enormi difficoltà. Ebbene, in Occidente l'investimento sulla formazione normalmente inizia a 5 anni, con l'età scolare, e finisce attorno ai 40. Bisogna modificare questo stato di fatto.
Al di là del tema dell'invecchiamento, un altro problema è quello del minor costo del lavoro nei paesi emergenti rispetto a quelli più industrializzati. L'erosione del nostro welfare è ineluttabile?
Non credo che la variabile fondamentale sia la competizione aziendale, legata al costo del lavoro, sui mercati internazionali: non esiste un legame automatico tra la disoccupazione e gli oneri sulle buste paga. In realtà, il vero tema sono i problemi fiscali che pesano sempre di più sui bilanci statali. Io sono irlandese e, a causa del nostro enorme sul debito pubblico, temo forti conseguenze sull'occupazione.
Se potesse, in questo momento, imporre due misure immediate per contrastare la disoccupaizone cosa farebbe?
I dati mostrano che, spesso, gli ammortizzatori sociali di breve periodo aiutano a mantenere il posto sul lungo periodo. Solo che devono essere definiti in maniera corretta.