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Questo articolo è stato pubblicato il 14 ottobre 2010 alle ore 13:14.
Conquistarli da piccoli e sperare che crescano. È questa la strategia degli studi legali d'affari nei confronti di una categoria molto particolare di clienti: le start-up imprenditoriali.
Società neonate che devono ancora testare il prodotto offerto sul mercato, ma che necessitano di assistenza legale specialistica e nei settori più diversi.
Per le law firm questa fetta di lavoro è in crescita e ha delle caratteristiche differenti da quello svolto per multinazionali e banche.
Non solo infati le emerging companies hanno bisogno di una consulenza particolare, ma hanno anche un'attenzione estrema al costo degli advisor esterni.
Tanto è che lo studio americano Orrick ha sviluppato lo "start-up tool kit", la valigetta degli attrezzi legali necessari a questi business. Il tool kit contiene una modulistica generica con cui è possibile generare autonomamente bozze per termini e condizioni di contratto ("term sheet creator"), una biblioteca elettronica per la consultazione di formati standard di moduli ("start up forms library") e permette di partecipare agli eventi "Total Access", un'occasione specifica di formazione per gli imprenditori ma anche di networking tra gli operatori.
«Questi clienti hanno bisogno di assistenza per la costituzione delle società, dei patti parasociali, di consulenza giuslavoristica, sui piani di stock options e sulla retribuzione dei manager. Altrettanto importanti sono gli aspetti di proprietà intellettuale e quelli di trasferimento della tecnologia», spiega Guido Testa, socio dello studio che, oltre al "tool kit" ha dedicato a questa categoria di clienti il team di lavoro internazionale "Emerging companies", di cui fanno parte anche alcuni dei fondatori del "Venture law group", studio della Silicon Valley dedicato alle start-up tecnologiche.
Il team è infatti particolarmente impegnato sul fronte tecnologia e Life science.
In Italia il gruppo di lavoro ha seguito la start-up di Philogen, società italo-svizzera attiva nel settore dello sviluppo di nuovi prodotti nel campo della biofarmaceutica, per cui i legali hanno seguito gli accordi di joint venture per lo sviluppo della ricerca relativa a farmaci anti-tumorali e nella compravendita di quote azionarie con aziende multinazionali farmaceutiche.