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Questo articolo è stato pubblicato il 26 ottobre 2010 alle ore 21:35.
Vantaggi fiscali e agevolazioni: basterebbe questo per fare della Carinzia una calamita per gli investitori italiani. Si aggiungono però anche la posizione geografica, la vicinanza (oltretutto culturale, e la conseguente abilità linguistica) con Italia e Slovenia, e la disponibilità di terreni industriali a prezzi favorevoli. Tutte carte vincenti, che con l'elevata qualità di vita e una forza lavoro altamente motivata e qualificata, fanno dell'area un'allettante opportunità di scelta per le imprese italiane. La regione, forte di bellezze naturali che la rendono una interessante meta turistica, vanta importanti attrazioni anche dal punto di vista economico.
Secondo uno studio pubblicato nel 2005 da CONTOR GmbH, specializzata nei processi di localizzazione, la Carinzia si colloca fra le prime trenta regioni europee ideali, e balza al primo posto se si tiene conto soltanto dei paesi di lingua tedesca. La regione carinziana offre, per le attività produttive e per il settore del turismo, contributi che coprono fino al 25% dell'investimento. La percentuale sale fino al 60% nel caso di imprese che dimostrano di essere innovative nel settore di Ricerca & Sviluppo. La Regione presenta anche vantaggi di tipo fiscale: imposta sulle società del 25%, assenza di IRAP, di imposta patrimoniale o di imposta per l'esercizio di imprese; una quota esente da imposte per la spesa per la ricerca fino al 35%.
Sul territorio opera inoltre la EAK (Entwicklungsagentur Kärnten), una società privata che promuove il rafforzamento dell'economia della Regione fornendo il supporto a imprenditori, anche stranieri, orientati a investire nell'innovazione. Si tratta di uno sportello gratuito al quale si rivolgono investitori nazionali ed esteri per essere aiutati nei propri progetti di espansione nel territorio carinziano: dalla creazione dei documenti alla ricerca del sito ideale, dal coordinamento delle procedure di autorizzazione fino ai contatti con le autorità e con gli enti che elargiscono gli incentivi.
Nel 2009 l'EAK ha assistito i progetti di 32 aziende, creando 426 nuovi posti di lavoro e salvandone 504. Fra questi progetti, 11 sono italiani, grazie ai quali sono nati 168 posti di lavoro: 40 dei quali, in due anni, sono stati creati all'interno della Ilva Gas, azienda produttrice di vetro; altrettanti lavoratori hanno trovato il proprio posto alla Refrion Srl, che produce scambiatori di calore. Fra le altre presenze italiane in Carinzia: Jcoplastic SpA, Luvata SpA (Eco Coils & Coolers), Autogrill SpA e Danieli Officine Meccaniche SpA.