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Questo articolo è stato pubblicato il 26 ottobre 2010 alle ore 12:49.
Per la rete mobile, alla luce della crescita esponenziale del traffico, «c'é un assoluto bisogno di frequenze». A dirlo é il presidente dell'Autorità sulle comunicazioni, Corrado Calabrò, a margine di un'audizione alla Camera della commissione Affari costituzionali sul trasferimento a Milano di Consob e Authority per la concorrenza. Calabrò ha ribadito l'opportunità di una rapida assegnazione del dividendo digitale esterno, da tenere nel 2011, senza attendere il 2015. «Tutti quanti gli operatori registrano una crescita di servizi. I giovani li chiedono e gli operatori glieli forniscono, il che dimostra che c'é interattività fra domanda e offerta. E poi c'é questa inclinazione tutta propria degli italiani di andare su internet tramite il mobile anziché il fisso, però le frequenze assolutamente non sono sufficienti».
Secondo il presidente dell'Agcom «tra poco lo constaterà chiunque. Già ora nelle ore di punta abbiamo intasamenti della rete che danno disservizi veramente sgradevoli". In contrasto il presidente di Telecom, Franco Bernabé, che ha recentemente affermato che non ci sono problemi, Calabrò ha invece osservato che «in Gran Bretagna e in Germania già si sono verificate queste cose. Da noi c'é una crescita esponenziale maggiore che lì; una previsione ragionevole fa pensare che tra poco saremo in quelle condizioni. Vogliamo arrivarci? Quanto tempo ci vuole poi per ovviare? Io prevedo che possa verificarsi questo, Bernabé dice no ma - sostiene il presidente dell'Agcom - sa benissimo che la rete viene soffocata da questa utilizzazione veramente debordante».
Per Calabrò, dunque la gara per il dividendo digitale esterno, o per le frequenze che si sono liberate, deve essere fatta entro il 2011. «C'è fame di soldi da parte del ministero
dell'Economia e una gran bisogno di frequenze da parte delle emittenti televisive e degli operatori di Tlc. È opportuno e necessario che la gara si faccia entro la fine del prossimo anno». Calabrò ha detto di aver lanciato «l'idea di mettere a gara le frequenze non attualmente disponibili e che i detentori (le piccole tv private) prevedono di non usare», perchè «non è accettabile - ha concluso il numero uno dell'Authority - che abbiano spazio senza utilizzarlo. Le frequenze sono un bene prezioso e ce n'è un gran bisogno».