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Newco Mirafiori fuori da Confindustria. Marcegaglia: un contratto solo per l'auto

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Questo articolo è stato pubblicato il 10 dicembre 2010 alle ore 13:54.

«Per la Fiat questa joint venture con Chrysler, se va avanti, non deve far parte di Confindustria». Lo ha detto l'ad di Fiat, Sergio Marchionne parlando con i cronisti a New York. E lo ha indicato anche il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia: «La newco di Mirafiori tra Fiat e Chrysler nasce fuori da Confindustria. Lavoriamo da oggi - ha aggiunto - Confindustria, Fiat e Federmeccanica per fare un contratto auto in linea con le esigenze di Fiat. Appena ci sarà Fiat rientrerà in Confindustria». Sui tempi il numero uno di Confindustria ha indicato primavera come un obiettivo plausibile.

Marcegaglia: il contratto nazionale rimarrà
II percorso che Fiat e Confindustria stanno avviando per un contratto per il settore auto ha precisato il numero uno di Confindustia «in passato lo abbiamo fatto per la siderurgia, domani se ce lo chiederà qualche altro settore lo faremo, sempre nell'ambito comunque del contratto nazionale: chi dice che noi stiamo distruggendo insieme a Fiat, o spinti da Fiat, il contratto nazionale dice qualcosa che non é assolutamente vero, il contratto rimarrà».

Aperture dalla Cisl, Fiom sul piede di guerra
Sulla questione di un contratto per l'auto intento si registrano le prime aperture da parte del sindacato. Giuseppe Farina, segretario generale Fim Cisl, ha «confermato in ogni caso l'interesse ad approfondire il tema». Al momento, di contratto dell'auto ne hanno parlato Fiat e Confindustria: su questo non abbiamo cambiato opinione, continuiamo a ritenerla una scelta non necessaria per portare avanti il Progetto Fabbrica Italia, e tuttavia per realizzarlo c'é bisogno anche del consenso del sindacato». Netta invece la chiusura della Fiom. Durissimo il commento di Giorgio Cremaschi, presidente del Comitato Centrale della Fiom:
«Quello della signora Marcegaglia è un atto di sudditanza tale che dovrebbe fare indignare non solo i sindacati e i lavoratori, ma anche gli industriali. Ha deciso di sciogliere la Confindustria». E poi ha aggiunto: «In ogni caso per noi comincia la guerra totale a Marchionne».

Marchionne: non si possono fermare gli investimenti
Interrogato sulla tempistica su un'eventuale uscita e poi rientro nell'associazione di viale dell'Astronomia, Marchionne ha risposto che «la macchina deve stare nel mercato nel 2012. I conti alla rovescia siamo bravi tutti a farli» ma la necessità dell'azienda è di «lavorare e sviluppare» i modelli. Quanto all'ipotesi della creazione di una federazione dell'industria automobilistica, il numero uno di Fiat ha detto che potrebbe essere la soluzione, almeno temporanea, per i rapporti tra il Lingotto e Confindustria.

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Marcegaglia ottimista sulla Fiat, oggi vede Marchionne a New York

NEW YORK. Una soluzione all'impasse tra Fiat e sindacati è possibile in molte forme: potrebbe

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Senza intesa su Mirafiori saltano gli investimenti
«Non c'é niente di anomalo in quello che abbiamo fatto, sono soddisfatto» ha detto l'ad. rispondendo a chi gli chiedeva un commento su lo scarso consenso tra i dipendenti di Mirafiori riguardo alle trattative, Marchionne ha detto: «Se quelle cifre sono vere vuol dire che non vogliono l'investimento, sarebbe un peccato. Tutti gli industriali si gestiscono con le alternative che hanno. Se gli operai di Mirafiori non lo vogliono lo dicano». Senza un accordo, ha ribadito, «l'investimento (nello stabilimento) non si fa. Ci sono tantissimi siti produttivi, la Fiat è un grande gruppo con 240 mila dipendenti di cui meno di un terzo in Italia». Marchionne ha poi ribadito che la mancanza di un accordo «sarebbe un grandissimo dispiacere».

Romani convoca il tavolo su Termini Imerese
Altro dossier è quello della riconversione industriale del sito Fiat di Termini Imerese, in Sicilia. Il ministro allo Sviluppo economico Paolo Romani, ha convocato per martedì 21, il tavolo di confronto con azienda, parti sociali e istituzioni interessate. Il tavolo avviene al termine degli incontri che il ministro e la presidenza della Regione Siciliana hanno condotto con i rappresentanti delle 7 proposte selezionate dall'advisor del ministero Invitalia, dopo un'istruttoria iniziata a maggio, su una base di 31 manifestazioni di interesse.

Annunciata l'apertura di una nuova fabbrica in Brasile
Mentre resta caldo il fronte dello stabilimento torinese, l'azienda fa sapere che la prossima settimana Fiat annuncerà l'apertura di una nuova fabbrica in Brasile, nel nord est del Paese, nella regione del Pernambuco. Lo ha detto un portavoce di Fiat Automoveis, la filiale brasiliana del Lingotto, precisando che l'impianto riceverà vantaggi fiscali dal Governo. Smentito, invece, che il nuovo impianto sarà targato Chrysler come anticipato dalla stampa locale. Secondo indiscrezioni, l'annuncio ufficiale sulla nuova fabbrica é previsto il 14 dicembre, quando il presidente uscente Lula visiterà il Pernambuco. Nel nuovo impianto Fiat dovrebbe produrre la nuova Uno, lanciata sul mercato sudamericano lo scorso maggio con successo. Fiat ha previsto di investire quasi 6 miliardi di dollari in Brasile entro il 2015, di cui il 70% destinato all'auto, un settore in cui il Lingotto é leader nel Paese.

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