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Questo articolo è stato pubblicato il 14 gennaio 2011 alle ore 18:28.
Avviso ai naviganti: scegliere 10 libri 10 per dire che cosa è stata Fiat e cosa può diventare è un azzardo doppio. Innanzitutto perché occorre accettare la sfida e la parzialità della scelta. In secondo luogo perché occorre fare parlare i libri. Farli parlare significa metterli in relazione all'oggi, trovare in controluce nessi e opposizioni, linee di contrasto e di fuga accanto a quelle di continuità. Traduciamo: che ruolo ha oggi la famiglia Agnelli rispetto al passato? Esiste uno specifico Fiat dei rapporti tra proprietà e sindacati che possa aiutare a spiegare cosa accade oggi tra Marchionne e Fiom? Cosa è stata Mirafiori per Torino, cosa può essere Torino senza Mirafiori? E la classe operaia, quella che nell'80 fece 35 giorni di sciopero, in cosa è cambiata da allora? Molte domande, forse qualche risposta in questi libri. In ogni caso il decalogo è questo.
1. Reame Agnelli: una famiglia sempre alla guida
L'Italia industriale è guidata da una monarchia, quella degli Agnelli. Una dinastia simile a una galassia in continua espansione, il cui cuore è rappresentato dalla Fiat che si appresta a celebrare il centenario.
da Gli Agnelli, di Giancarlo Galli, Mondadori, 1997
C'è stata un'epoca, molto tempo prima della globalizzazione, in cui la Fiat fu un'impresa familiare. In cui la successione - da Giovanni I a Giovanni II via Valletta; da Giovanni II a John Elkan, via Paolo Fresco - aveva il sapore del rito. L'officiante manager precedeva e preparava il nuovo sovrano. In mezzo, come in ogni dinastia regale, eredi uccisi da morte prematura o inattitudine alla realtà. Sembra un'epoca lontana. A leggere il libro di Giancarlo Galli, che si ferma alla fine tragica di Giovannino, figlio di Umberto, si scopre che in realtà sono passati appena 10 anni. La categoria interpretativa usata dall'autore per leggere vicende, "segreti " e aneddoti di casa Fiat è quella invalsa per decenni nella pubblicistica nostrana: la categoria della monarchia. Agnelli come casa reale, come la Camelot dei Keneddy. Schema di lettura che ha peraltro nobili e lontane origini, se già Luigi Einaudi, riferendosi alle vicende di Torino sul Corsera del 28 luglio 1910, affermava "che non si è inventato ancora un metodo migliore del monarcato per gestire con successo le imprese industriali". Questo fino a un abruzzese canadese figlio di carabiniere, alla crisi del 2007, alla joint con Chrysler. Lo schema di oggi è in apparenza lo stesso di quello di Valletta e Giovanni II, ovvero padrone e tutore. Resta da vedere se tra gli imperi dell'era globalizzata c'è ancora spazio per una monarchia.
