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Questo articolo è stato pubblicato il 14 gennaio 2011 alle ore 18:28.
10. Liberarsi dalla Fiat agendo insieme alla Fiat. Questo per dirla in una maniera immaginifica, è il passaggio che dobbiamo affrontare.
Da Municipio, dialogo su Torino, di Sergio Chiamparino, 2002
Torino è la Fiat. Errore: Torino e la Fiat. Cambio di fase in un accento. Quante volte hanno suonato le campane a morto della one company town italiana? Eppure il capoluogo della monarchia Fiat ha già "scontato il distacco", si direbbe con metafora da mercati finanziari. E dunque si può scegliere la via più radicale per raccontare il futuro della liason che la lega alla sua industria madre: ignorarla. Chiamparino in questo libro d'esordio - prima di quello in chiave nazionale appena uscito - discute di tutto. Di periferie, immigrati e terzo settore. Di ricomposizione sociale, sintesi delle differenze e autonomia delle circoscrizioni. Di ceto politico, hi tech e politecnico. E mai nomina Fiat. Mai. Solo nella postfazione, per dire la frase che abbiamo citato. Lungimiranza? Gusto del paradosso? E' forse che Fiat è stata "quella cosa lì", fin troppo nota ai torinesi. Così nota che non tocca tornarci su. Tocca staccarsi, usandola come leva. Sarà il polo della progettazione o la laurea europea sull'auto, ma è già un oltre. Quando Chiamparino ha scritto questo libro, 2002, Marchionne non era ancora di casa a Torino. E il sindaco non ci giocava ancora a scopone. Chissà lo riscrivesse ora...