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Questo articolo è stato pubblicato il 14 gennaio 2011 alle ore 18:28.
9.La Fiat andrà in giro per il mondo e troverà giorno per giorno il suo destino (dove si vedrà) e gli Agnelli si trasformeranno in un fondo di investimento. Fine della storia, almeno di quella che abbiama conosciuto negli ultimi 100 anni.
da Gli ultimi giorni della Fiat, di Giuseppe Turani, Sperling & Kupfer, 2010
Ci sono percorsi che hanno la fatalità di un'equazione matematica. In questo caso la premessa sta in un numero, 6 milioni. Tante auto all'anno servono a Fiat per restare un player in grado di restare sul terreno della competizione globale. Marchionne, dice Turani, sa bene che da sola Fiat non ce la farà. Per questo ha comprato Chrysler, ha provato a comprare Opel e non c'è riuscito, proverà ancora con qualcun altro. Non solo: dovrà allargare la gamma, esplorando la terra incognita della fascia medio-alta. A conti fatti una cosa non potrà non fare: andare via dall'Italia. Lo spingono tre fattori: il costo del lavoro; la fine di un ciclo politico che per un secolo ha fatto di Fiat uno strumento di politica industriale in pace e in guerra; l'aumento dell'azionariato, indispensabile a reggere i volumi, che diluirà il peso della famiglia. Ergo: addio. Addio alla Fiat che abbiamo conosciuto. Ci voleva uno straniero, per formazione e cultura, che non avesse nostalgie inutili. E ora c'è anche quello.