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Questo articolo è stato pubblicato il 08 gennaio 2011 alle ore 16:08.
Finite le feste di Natale, Capodanno ed Epifania l'Unione europea si riscopre meno unita. Germania e Francia, infatti, starebbero pressando il Portogallo affinché accetti gli aiuti della comunità internazionale per uscire dalla crisi e prevenire un contagio agli altri paesi di Eurolandia, come Spagna e Belgio. È un'anticipazione della prossima edizione del settimanale tedesco Der Spiegel, secondo cui gli esperti economici all'interno dei due governi sostengono che Lisbona non riuscirà più a finanziarsi sui mercati internazionali a causa dei rendimenti sempre più alti che chiedono gli investitori per comprare i suo debito. Inoltre Francia e Germania vorrebbero che i paesi dell'area euro s'impegnino pubblicamente a rafforzare il fondo europeo di salvataggio da 750 miliardi di euro.
Insomma, dopo Grecia e Irlanda nel mirino degli aiuti europei potrebbe finire il Portogallo. Le tensioni sul debito del governo di Lisbona si sono acuite ieri, quando la Banca centrale svizzera, secondo quanto riferisce la stampa portoghese, ha deciso di non accettare più bond lusitani come garanzia per le operazioni di liquidità.
Balzo dei titoli portoghesi
Come conseguenza, i rendimenti dei bond del Portogallo con scadenza a 10 anni si sono impennati al 7,39% (il picco degli ultimi otto mesi, guarda la tabella completa dei rendimenti dei bond europei), con un differenziale di 451 punti base rispetto al corrispettivo Bund tedesco (2,88%), 64 punti base in più rispetto al 30 dicembre. In netto rialzo anche il prezzo dei cds (credit default swap), una sorta di polizze assicurative che coprono dal rischio di default. I cds sul debito pubblico del Portogallo sono balzati a quota 534 punti base, avvicinandosi (seppur ancora distanti) ai cds sul default dell'Irlanda (che prezzano 640).
A nulla sono valsi, quindi, gli sforzi del premier Jose Socrates di convincere gli investitori che il governo è in grado di far fronte ai propri debiti rilanciando con l'indicazione che l'entrate fisali nel 2010 sono state migliori delle attese, mentre le spese sono state inferiori. L'appello di Germania e Francia sembra più vicino all'idea degli investitori che non a quella del primo ministro lusitano.