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Economia Aziende

Fiat chiude l'anno con 56,3 miliardi di ricavi e torna all'utile. In Cina la 500 fabbricata in Messico

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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2011 alle ore 12:05.

Il Gruppo Fiat ha chiuso il 2010 tornando in nero. Ha infatti realizzato un utile netto di 600 milioni di euro rispetto al rosso da 848 milioni incassato l'anno precedente. I 600 milioni di euro del risultato netto sono frutto di 222 milioni della Fiat post scissione e di 378 milioni della divisione Fiat Industrial. Positivi anche i riscontri sull'indebitamento netto industriale che si è significativamente ridotto da 4,4 a 2,4 miliardi di euro. In Borsa titolo in calo (Fiat Spa -1,01%, Fiad Industrial -4,5%) dopo la risalita delle sedute precedenti.

La ripartizione dell'indebitamento netto industriale tra Fiat Spa e Fiat Industrial è di rispettivamente 500 milioni e 1,9 miliardi di Euro. Questa performance, secondo la nota del Lingotto, riflette il positivo andamento operativo di tutti i business del Gruppo. La liquidità si è rafforzata dai 12,4 miliardi del 2009 ai 15,9 miliardi dello scorso anno (12,2 miliardi per Fiat Spa e 3,7 miliardi per Fiat Industrial). Se Fiat Industrial avesse utilizzato entro fine 2010 le nuove linee di credito ottenute fino all'ammontare necessario per rimborsare i debiti verso la tesoreria centralizzata di Fiat (cosa che è avvenuta a gennaio) la liquidità di Fiat Spa sarebbe stata più elevata di 1 miliardo di euro.

Tornando ai risultati del 2010, l'utile della gestione ordinaria è praticamente raddoppiato a 2,2 miliardi di euro (equamente ripartito tra Fiat Spa, con un contributo di 934 milioni dell'Auto, e Fiat Industrial). Per quanto riguarda il giro d'affari, è cresciuto del 12,3% a 56,3 miliardi di Euro con il business di Auto e Componenti in aumento del 9,8% e con quello di CNH, Iveco e Powertrain salito del 18,8%. In sostanza, il gruppo ha superato tutti i target 2010 dopo averli già rivisti al rialzo in precedenza.

La flessione nelle vendite delle auto (- 8,2%) è stata compensata dal guadagno del 27% del settore veicoli commerciali. La società ha confermato gli obiettivi fissati per i diversi business del Piano Industriale 2010/2014 presentato lo scorso aprile. In particolare, il 2011 sarà un anno di transizione con ricavi stimati a 37 miliardi di Euro per Fiat Spa e a 22 miliardi per Fiat Industrial. «È la fine di 111 anni di solitudine. Due mondi nuovi rivisitati». Con questa doppia citazione letteraria, dei Cent'anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez e del Mondo nuovo di Aldous Huxley, si apre la presentazione dell'ad Sergio Marchionne dei risultati annuali della Fiat, gli ultimi del gruppo unito prima della scissione tra Fiat Spa e Fiat Industrial.

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Da Marchionne anche un'apertura alla Cina, dove quest'anno Fiat conta di sbarcare con la 500 in versione americana prodotta nello stabilimento messicano di Toluca. Lo ha detto l'a.d. di Fiat, Sergio Marchionne, rispondendo alle domande degli analisti e ammettendo ancora una volta che «abbiamo fatto una serie di errori in Cina», ma «stiamo lavorando per migliorare la nostra posizione. Adesso abbiamo il partner giusto e cominceremo a produrre nel 2012». Fiat intende rafforzarsi in Cina e Chrysler l'aiuterà in questo grazie anche a Jeep, ha aggiunto Marchionne, che prevede di portare nel Paese anche una vettura con brand Fiat sviluppata in Chrysler.

Il ceo ha detto che per le auto Fiat «il Brasile continuerà a crescere, con un incremento delle vendite del 5% nel 2011. È uno dei paesi da cui prevediamo utili per Fiat nel 2011. La forte performance vista nel 2010 continuerà incontrastata nel 2011». Quanto all'operazione Chrysler è «prematuro» pensare che sia un evento «prossimo» l'esercizio dell'opzione di Fiat per acquistare il 16% di Chrysler salendo al 51% dell'alleato americano. Infine il numero uno del Lingotto, in merito ad eventuali cessioni di assett ha ribadito che «non posso restringere i campi delle possibili attività nell'M&A. Non sarebbe saggio da parte nostra provare a prevedere cosa succederà, l'unica cosa che so è che Fiat deve esserci».

L'analista ha ricordato a Marchionne che recentemente il presidente Fiat John Elkann ha escluso che Magneti sia in vendita, al pari di Alfa, chiedendo quindi se fosse possibile restringere il campo nelle operazioni straordinarie possibili del gruppo. «È una buona domanda», gli ha risposto Marchionne segnalando però di non poter prevedere una risposta. Il mercato ha richiesto di muoversi «alla velocità della luce», ha sottolineato il manager dicendo che la stessa operazione Chrysler non era prevedibile.

«Chrysler è una delle migliori cose che potevano succedere a Fiat. E anche Fiat una delle cose migliori che potevano succedere a Chrysler». Richiamando quanto detto da Elkann, ha spiegato Marchionne, «non cercheremo attivamente di realizzare delle cessioni. Ma sarebbe incredibilmente stupido dire che non succederà nulla». Infine: «credo che Ferrari abbia una riserva significativa di valore, ha un marchio unico, un'attività unica» ed è importante sapere che «rappresenta un valore per Fiat».

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