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Economia Politica economica

Tremonti: per i debiti pubblici accordo su tutto o su niente. Bene il Pil, ma dobbiamo fare di più

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Questo articolo è stato pubblicato il 15 febbraio 2011 alle ore 15:49.

«Non ci sarà accordo su niente se non c'è accordo su tutto». Lo ha detto, riferendosi ai debiti pubblici, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti nella conferenza stampa al termine dell'Ecofin. «L'Italia - ha aggiunto - è a favore di una maggiore disciplina sul fronte del debito pubblico, ma non pensa che venga presa in considerazione anche la finanza privata dei Paesi». Secondo Tremonti però «alla fine la posizione dell'Italia passerà».

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Per il ministro dell'Economia «i prossimi consigli Ue si chiuderanno in modo positivo per l'Italia in relazione alla valutazione del debito pubblico». L'aspetto positivo del negoziato in corso, ha detto Tremonti, implica che ci sarà un'indicazione sulla «dinamica di correzione del debito pubblico mitigata dall'indicazione che saranno tenuti in considerazione altri fattori rilevanti». Il ministro ha citato l'andamento del debito privato, quello dell'economia, la situazione del sistema bancario. Non passerà, in sostanza, un'impostazione all'insegna dell'automatismo. Le nuove regole entreranno in vigore dal 2015, dice Tremonti: «Siamo a favore di una disciplina maggiore sul debito pubblico, ma che sia allineata ad altri fattori rilevanti: per la forza della ragione passerà la posizione italiana». Riguardo alla stima rilasciata oggi dall'Istat sul Pil italiano, il ministro ha commentato «siamo contenti della crescita del Pil all'1,1% (nel 2010, ndr), ma dobbiamo fare molto di più».

Tremonti ha auspicato che «la sorveglianza macroeconomica della Bce non si deve limitare solo al controllo della finanza pubblica ma anche a quello della finanza privata. Per questo ho chiesto alla banca centrale un esame su cio che è successo in questi anni sul fronte della finanza privata e di aggiornarci di volta in volta in futuro».

Infine, un giudizio sul piano competitività presentato da Francia-Germania, che in tutti i suoi punti - dall'abolizione dell'indicizzazione dei salari all'innalzamento dell'età pensionabile, fino alla regola dell'indebitamento nelle costituzioni - «a noi va bene». Tremonti ha sottolineato che in ogni caso sarebbe meglio evitare «diktat».

«La crisi in Nord Africa ha un impatto drammatico sull'Europa».

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Tags Correlati: Africa del Nord | Bce | Ecofin | Giulio Tremonti | Istat | Lampedusa | Pil

 

La detax
«C'è il rischio di esplosione delle destre in Europa, dobbiamo intervenire: al prossimo Ecofin straordinario su richiesta britannica e italiana si parlerà di Africa». Il ministro Giulio Tremonti ha lanciato un allarme sulle conseguenze economiche e politiche dei fatti dell'area mediterranea con particolare riferimento al caso dell'immigrazione dalla Tunisia indicando che «lo scenario è drammatico».

Il ministro vede nei fatti dell'area mediterranea la conferma degli effetti devastanti che può avere la speculazione finanziaria sui prezzi delle materie prime e in particolare quelle alimentari: «Questa è una delle conseguenze di non aver controllato la finanza o di aver fatto finta di controllarla: ciò riguarda il Nord Africa ma potenzialmente anche l'Italia e tutta l'Europa. Quanto sta accadendo è colpa della finanza».

Tremonti, infine, ha rilanciato l'idea di una «detax»: detrarre dall'Iva una quota per dirottarla nei paesi dell'Africa mediterranea in modo da aiutarne lo sviluppo: «La detax passa attraverso l'Iva che è un'imposta europea - ha spiegato il ministro - e noi chiediamo che un pezzettino di questa imposta vada a questi Paesi attraverso non i governi, ma il volontariato». Tremonti ha quindi sottolineato come quello dell'immigrazione dal Nord Africa «è un problema europeo: da Tunisi a Lampedusa ci sono 70 chilometri. Ma Lampedusa non è Italia, ma Europa».

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