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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2012 alle ore 16:32.

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Come ha dimostrato la Primavera araba, Internet può trasformare rapidamente gli avvenimenti locali in punti critici nazionali – trasformando Internet in una potenziale fonte di instabilità politica e disordini. Ma si è trattato solamente di quei Paesi governati da regimi autocrati fortemente impopolari.

La leadership cinese viene invece vista dal pubblico con maggiore simpatia. La risposta rapida e diretta ai recenti episodi avvenuti a Sichuan, Xinjiang e Wenzhou ne sono un esempio. I leader del Senior Party – soprattutto il premier Wen – sono stati rapidi nel fornire una risposta nazionale empatica che si è rivelata efficace soprattutto nel contrastare le preoccupazioni espresse su Internet.

Nulla di tutta ciò intende negare il lato oscuro dell’esplosione di Internet in Cina, ossia la diffusa censura e i limiti alla libertà di espressione individuale. Il team cinese SkyNet (si vocifera si tratti di oltre 30.000 persone) rappresenta la più grande cyber polizia del mondo.

Inoltre, mentre la Cina non è la sola a censurare Internet, l’autoregolamentazione di molti grandi portali della nazione amplifica i controlli e la sorveglianza ufficiale. Le recenti restrizioni sui microblogger – soprattutto l’accesso negato per coloro che utilizzano nickname non rintracciabili – hanno suscitato maggiori preoccupazioni per la libertà di Internet in Cina. Tali restrizioni, ovviamente, hanno un doppio effetto, limitando potenzialmente l’espressione personale, ma anche contenendo gli attacchi, celati e imprudenti, dei comitati di vigilanza.

Con o senza filtro, la Cina da tempo frammentata ora dispone di una Rete concreta e in rapida espansione. Il potere di questa Rete – soprattutto in termini di cambiamenti economici, sociali e politici – è difficile da predire. Ma l’espansione del web aggiunge una nuova dimensione di coesione alla moderna Cina. Tutto ciò può solo accelerare la velocità del suo straordinario viaggio verso lo sviluppo.

Stephen S. Roach, membro della facoltà dell’Università di Yale, è presidente non esecutivo di Morgan Stanley Asia e autore di The Next Asia.

Copyright: Project Syndicate, 2012.www.project-syndicate.orgTraduzione di Simona Polverino

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