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Questo articolo è stato pubblicato il 02 marzo 2012 alle ore 06:42.

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Pubblichiamo alcune delle lettere arrivate in redazione. Sono un piccolo spaccato della situazione delle centomila imprese che aspettano, alcune da più di mille giorni, il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione. Patto di stabilità nefasto
La mia impresa di costruzioni, la F.lli Capparotto Snc, opera esclusivamente nell'ambito dei lavori pubblici, occupandosi di difesa del suolo. Gli eventi alluvionali di questo autunno, e prima ancora in Veneto l'anno scorso, dimostrano come sulla salvaguardia del territorio lo Stato non dovrebbe mai abbassare la guardia. Invece, negli ultimi anni il volume di investimenti e di bandi di gara sono diminuiti progressivamente. I lavori eseguiti, inoltre, vengono pagati con un ritardo che tende a dilatarsi nel tempo. Lavoro con il Pubblico da sempre, come detto, e non era mai capitato, prima del Patto di stabilità, di essere saldato per lavori già eseguiti con un ritardo superiore ai 60 giorni previsti da contratto. Nel 2011, la Regione Veneto, ad esempio, ha smesso di pagare a settembre, fino a quando cioè non sono sopraggiunti i vincoli del Patto di Stabilità e nonostante in cassa siano disponibili, assicura la Regione, un miliardo e trecento milioni. Da sei mesi attendo il pagamento di lavori per il rialzo dell'argine del fiume Brenta nell'area di Chioggia. Il Patto di stabilità penalizza le Regioni virtuose, che sprecano meno e hanno soldi da spendere. La quota pro-capite di spesa pubblica del Veneto è pari a 505 euro, di molto inferiore al valore medio nazionale, 665 euro. Al governo Monti chiederei di varare un provvedimento di equità, parola a lui tanto cara, riequilibrando la capacità/possibilità di spesa per il Veneto. Innalzando la quota pro-capite alla media nazionale, il Veneto avrebbe un incremento del tetto di spesa di circa 800 milioni, già peraltro disponibili. È veramente un'anomalia che un Ente pubblico non possa investire ciò che detiene in cassa.
Fortunato Capparotto
F.lli Capparotto Snc
Mestrino (Pd)
Non è solo un problema di Regioni viziose e virtuose. Se un imprenditore lavora è giusto che sia pagato nei termini. Al Nord e al Sud.
Fallire per due euro
La nostra azienda esporta il 100% su mercati importanti (Nord America, Australia, Brasile). L'Agenzia delle entrate nel 2010 dice che non siamo congrui in base agli studi di settore (statistiche di Trilussa). Per fare opposizione devo pagare una prima tranche di 19.000 euro, (in data 15 dicembre 2010) due ricorsi vengono respinti e quindi devo pagare una seconda tranche di 26.000 euro ( in data 31/03/2011). A fronte di un faturato di 750.000 euro significa metter in ginocchio una azienda) al terzo ricorso viene riconosciuta la perfetta contabilità e pertanto agenzia entrate viene condannata a rifondere il tutto con 2.000 euro di spese. In data 25/10/2011.