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Questo articolo è stato pubblicato il 09 marzo 2012 alle ore 07:51.

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Mai più di quella con la quale ogni giorno ha a che fare la ragioneria capitolina che – non bastassero i guai del debito – segue ogni giorno l'evoluzione delle norme per Roma Capitale. I decreti attuativi della legge dovrebbero quantificare le risorse che andranno a Roma per il fatto che è la Capitale ma finora i passi in avanti sono stati appena accennati, come del resto quelli relativi alla richiesta di tenere fuori dal tetto del patto di stabilità le spese per le funzioni di interesse nazionale. Anche di questo il Presidente del consiglio Mario Monti e il sindaco Alemanno hanno parlato nel'incontro del 27 febbraio, subissati dalle rituali critiche della Lega Nord che sbraita contro i presunti finanziamenti a pioggia sulla Capitale. «Entro quest' anno – chiosa Alemanno che rimanda al mittente le critiche – dobbiamo conoscere quanto lo Stato trasferirà a Roma Capitale ben sapendo che la quota di trasferimenti statali pro-capite è già oggi inferiore alle quote di Napoli e Milano. È ora di finirla con Roma ladrona».
È (forse) ora di coniare lo slogan Roma Holding come afferma al Sole-24 Ore il sindaco Alemanno che lancia quella che definisce «una bomba che non deve scoppiare tra le gambe della capitale», vale a dire la creazione di una holding vera e propria che preveda la privatizzazione del 40% di Atac e Ama e relative partecipazioni (si veda il Sole-24 Ore di ieri) e la dismissione delle quote in Aeroporti di Roma e Centrale del Latte. «Con l'imminente approvazione del bilancio 2012 – dichiara Alemanno - sarà tutto più chiaro. Certo Roma Holding sarà una struttura snella che dovrà portare ad uno sfoltimento delle partecipazioni, del resto già avviato da tempo». Ma la “bomba” pronta e esplodere è ancor più fragorosa. «Non escludiamo – afferma Alemanno – nuove quotazioni in Borsa mentre per quel che riguarda Acea avvieremo una profonda riflessione sulla nostra presenza maggioritaria».
La riforma è del resto necessaria: dall'ambiente al trasporto, dal turismo agli investimenti produttivi, dalle fiere agli aeroporti non c'è attività economica o sociale che sfugga al Comune che negli anni – a partire dai governi di centro-sinistra che però sono i primi a criticare i mille tentacoli del Campidoglio – ha dato vita a una rete capillare che può contare complessivamente su 153 partecipazioni dirette o indirette.
Le partecipazioni, croce (a partire dal fardello di debiti) e quasi mai delizia. Esemplari le vicende, denunciate il 9 febbraio 2011 dal procuratore regionale della Corte dei conti, Pasquale Iannantuono, dell'acquisto, per importi ingentissimi, di materiali mai utilizzati da Atac Trambus e Ama (ambiente). I danni accertati dalla Procura regionale per l'Ama superano complessivamente 8 milioni e conseguono alla mancata utilizzazione di costose apparecchiature di lavaggio-cassonetti e mezzi per la raccolta delle deiezioni canine. «Non si ha idea dell'effettiva utilità di siffatte attrezzature – scrive Iannantuono – anche perché, malgrado la spesa abbastanza ingente, né gli abitanti né i turisti che si aggirano per Roma ne hanno sinora tratto un qualche miglioramento in termini di maggiore pulizia delle strade cittadine».
Molto più elevati i danni accertati per l'acquisto di 74 tram e autobus del tutto o solo parzialmente utilizzati per i ripetuti guasti di origine strutturale o per l'inadeguatezza dei mezzi – tram da 44 metri – rispetto ai binari. Mentre la spesa complessiva è ammontata a circa 130 milioni, i danni accertati superavano i 9 milioni, soprattutto a causa del mancato utilizzo dei jumbo-tram, parcheggiati a Colleferro al costo di 150mila euro all'anno e al mancato uso di circa il 30% dei mezzi acquistati. Scontate le risposte della Giunta Alemanno: «Scelte fatte prima del nostro arrivo». O ancora: «Tecnologie superate».
«Le ex municipalizzate sono un canale di clientelismo come dimostrano i recenti casi delle assunzioni parentali nell'Azienda di trasporto – afferma Umberto Marroni – e fonte di enormi sprechi. Vanno ridotte e lasciate solo quelle di rilevanza strategica. A che servono, ad esempio, le Assicurazioni di Roma Mutua?». Già: a che e a chi serve che la Capitale abbia non solo le Assicurazioni di Roma Mutua ma anche una controllata, Assicurazioni di Roma Vita Spa, cioè un gruppo assicurativo che offre preventivi su auto e natanti? Il modello a cui guardare è allora quello del Gruppo Acea, quotato in Borsa dal '99, e il cui 51% è nella mani del Comune e che, non a caso dovrebbe essere scorporato dal resto delle partecipate e controllate e allargare la quota di privati. Acea, che ha partecipazioni in 89 società (di cui 13 in liquidazione), ha abbandonato l'Albania, dove aveva costituito Tirana Acque ora in liquidazione, ma è presente oltre che in Honduras anche in Colombia e nella Repubblica Dominicana. Il Gruppo Acea incarna anche il sogno di espansione dentro i confini nazionali: tra acqua, energia e servizi è presente oltre che nel Lazio, in Lombardia, Umbria, Toscana, Campania e Molise (dove però Energy Molise posseduta al 50% è in liquidazione).
In altre parole rappresenta una riedizione, seppur su scala minima e chiave economica, dell'impero romano.
http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com