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Questo articolo è stato pubblicato il 01 maggio 2012 alle ore 17:17.

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BERKELEY – Proprio in questo momento ci sono sulla mia scrivania il nuovo libro del reporter Timothy Noah, The Great Divergence: America’s Growing Inequality Crisis and What We Can Do about It (La grande divergenza: la crisi della crescente disuguaglianza in America e quello che possiamo fare per gestirla, ndt), ed il classico di Rose Friedman Free to Choose: A Personal Statement (Liberi di scegliere: una dichiarazione personale, ndt). Facendo un parallelo, il pensiero dominante è quanto più difficile sarebbe oggi per i Friedman giustificare e sostenere il libertarismo del limited-government rispetto al 1979.

In quegli anni i Friedman sostenevano tre importanti concetti basati su fatti concreti rispetto a come funziona il mondo. In quel contesto tali concetti sembravano veri, o quasi veri o per lo meno presumibilmente veri, ma ora risultano invece evidentemente falsi. Il fondamento della teoria dei Friedman a sostegno del libertarismo del limited-government si basava ampiamente su questi concetti, ed è ora crollato dato che il mondo si è sostanzialmente rivelato in disaccordo sul modo in cui funziona.

Secondo la prima argomentazione le difficoltà macroeconomiche sarebbero determinate dal governo e non dall’instabilità del mercato privato, o meglio, la forma di regolamentazione macroeconomica necessaria per produrre stabilità economica sarebbe facilmente praticabile e ottenibile.

I Friedman hanno quasi sempre usato l’argomentazione nella prima accezione sostenendo che sarebbe stato il governo a causare la Grande Depressione. Ma andando a fondo, risulta che ciò che in realtà intendevano era la seconda accezione, ovvero che ogni volta che l’instabilità del mercato privato minacciava di provocare la depressione, il governo avrebbe potuto evitarla o indurre una ripresa rapida semplicemente acquistando un numero sufficiente di obbligazioni in cambio di contanti per inondare l’economia di liquidità.

In altre parole, l’intervento strategico del governo necessario ad assicurare la stabilità macroeconomica non avrebbe dovuto essere solo semplice, ma anche minimo: le autorità infatti avrebbero dovuto solo mantenere un tasso costante di crescita della massa monetaria. L’intervento aggressivo ed esaustivo sostenuto dai keynesiani per gestire la domanda aggregata e che i sostenitori di Minsky affermavano fosse necessario per gestire il rischio finanziario sarebbe invece stato del tutto ingiustificato.

I veri sostenitori del libertarismo non hanno mai creduto al sostegno dei Friedman ad un regime monetario neutrale, libero dal mercato. Ludwig von Mises ha infatti notoriamente definito Milton Friedman ed i suoi seguaci monetaristi un gruppo di socialisti. Ma indipendentemente dalla modalità di presentazione, il concetto secondo cui la stabilità macroeconomica richiederebbe un intervento minimo da parte del governo è fondamentalmente sbagliata. Negli Stati Uniti, il Presidente della Riserva Federale Ben Bernake ha messo in pratica alla lettera le strategie politiche dei Friedman nell’attuale contesto di crisi, ma non è bastato a mantenere o a ripristinare in tempi rapidi una piena occupazione.

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