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Questo articolo è stato pubblicato il 23 agosto 2012 alle ore 19:05.

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NEW YORK – I grandi cambiamenti sociali avvengono in diversi modi. Le novità tecnologiche (il motore a vapore, il computer, Internet) possono avere un ruolo importante. Figure idealiste come Mahatma Gandhi, Martin Luther King Jr. e Nelson Mandela possono essere fonte di ispirazione per rivendicare giustizia, mentre i leader politici possono arrivare a guidare ampi movimenti di riforma come nel caso di Franklin Roosevelt e il New Deal.

La nostra generazione deve sollecitare al più presto una nuova era di grande cambiamento sociale. Ma questa volta bisogna agire per salvare il pianeta da una catastrofe ambientale indotta dall’uomo.

Tutti noi percepiamo questa sfida quasi ogni giorno. Ondate di caldo, siccità, alluvioni, incendi boschivi, lo scioglimento dei ghiacciai, l’inquinamento dei fiumi e tempeste estreme colpiscono il pianeta con una frequenza sempre maggiore a causa delle attività umane. La nostra economia globale, pari a 70 trilioni di dollari su base annuale, sta esercitando una pressione senza precedenti sull’ambiente naturale. Abbiamo bisogno di nuove tecnologie, di nuovi comportamenti e di una nuova etica, con il sostegno di prove solide, per conciliare lo sviluppo economico con la sostenibilità ambientale.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon sta affrontando una sfida senza precedenti dall’alto della sua posizione che si trova all’incrocio tra la politica globale e la società. A livello politico l’ONU è infatti la sede di incontro di 193 paesi membri per la negoziazione e l’istituzione della legislazione internazionale, come nel caso dell’importante trattato sul cambiamento climatico adottato in seno al vertice della terra di Rio nel 1992. A livello della società globale l’ONU rappresenta invece la cittadinanza mondiale: we, the people come sancisce la stessa Carta dell’ONU. A livello sociale l’ONU rappresenta poi i diritti e le responsabilità di tutti noi, comprese le generazioni future.

Negli ultimi vent’anni i governi non sono riusciti a individuare delle soluzioni efficaci contro le minacce ambientali, mentre i politici, da parte loro, non stati in grado di implementare adeguatamente i trattati adottati in seno al vertice della terra del 1992. Ban Ki-moon sa che un’azione di governo solida continua ad essere essenziale, ma riconosce anche che la società civile debba svolgere un ruolo più ampio, soprattutto in quanto troppi governi e troppe figure politiche continuano ad essere strettamente legate ad interessi personali, mentre troppo pochi politici riescono a considerare un orizzonte temporale che vada oltre le elezioni successive.

Al fine di responsabilizzare la società globale e spingerla ad agire, il Segretario Generale dell’ONU ha lanciato una nuova coraggiosa iniziativa a livello globale alla quale ho il piacere di aderire. Il rappresenta un enorme sforzo di mobilitazione della conoscenza globale finalizzato a salvare il pianeta. L’idea è quella di utilizzare le reti globali di conoscenza e azione per individuare e dimostrare l’efficacia di nuovi approcci all’avanguardia al fine di promuovere uno sviluppo sostenibile a livello mondiale. La rete sosterrà e opererà in collaborazione con i governi, le agenzie ONU, le organizzazioni della società civile ed il settore privato.

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