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Questo articolo è stato pubblicato il 13 settembre 2012 alle ore 20:30.

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BERKELEY – Gli Stati Uniti sono afflitti da quattro deficit: deficit fiscale, deficit occupazionale, deficit di investimenti pubblici e deficit di opportunità. Le proposte di budget avanzate dal candidato alla presidenza Mitt Romney e il suo vice Paul Ryan potrebbero ridurre il deficit fiscale, inasprendo però gli altri tre.

Romney e Ryan non hanno certo fornito dettagli su come intendono ridurre il deficit fiscale, anzi affidandosi ad affermazioni del tipo fidatevi di me. Ma la linea politica delle loro proposte è chiara: più tagli alle tasse, avvantaggiando in modo spropositato i pochi ricchi, e il contemporaneo aumento della spesa per la difesa, che colpisce in modo spropositato tutti gli altri, indebolendo le prospettive di crescita dell’economia.

Malgrado i 30 mesi di crescita sul fronte dell’occupazione nel settore privato, gli Stati Uniti si trovano di fronte a un ampio deficit occupazionale. Il tasso di disoccupazione resta di oltre due punti percentuali al di sopra del tasso normale (ossia quando l’economia impiega gran parte della propria capacità). Inoltre il tasso di partecipazione della forza lavoro resta vicino ai minimi storici.

Servono altri 11 milioni di posti di lavoro per riportare gli Usa al livello di occupazione precedente la recessione. Con l’attuale passo di ripresa, che è indietro di oltre otto anni. Nel frattempo la persistente ed elevata disoccupazione riduce il potenziale di crescita dell’economia privando i lavoratori odierni di capacità ed esperienza.

Quando la debole domanda aggregata induce l’economia a funzionare al di sotto del proprio potenziale, i tagli nella spesa pubblica ampliano il deficit occupazionale. Nel suo recente discorso a Jackson Hole, nel Wyoming, il presidente della Federal Reserve americana Ben Bernanke ha avvertito che questi tagli inibiscono in modo significativo la creazione di posti di lavoro.

Senza rivelare quali programmi intende ridurre, Romney promette di tagliare la spesa federale di oltre 500 miliardi di dollari nel 2016, che corrisponde al 20% del Pil. Promette altresì un taglio immediato del 5% nella spesa discrezionale non finalizzata alla sicurezza nazionale nel 2013, in cima alla lista degli ingenti tagli già in programma. E ha escluso altre misure fiscali temporanee finalizzate alla creazione di posti di lavoro, come le proposte del presidente Barack Obama che riguardano maggiori garanzie agli stati e un aumento di spesa per le infrastrutture.

Romney riconosce che gli elevati tagli alla spesa, insieme alla scadenza programmata dei tagli fiscali alla fine di quest’anno, potrebbero rigettare l’economia nella recessione nel 2013. Ma promette di salvare l’economia dal precipizio fiscale estendendo i tagli fiscali approvati sotto la presidenza di George W. Bush, applicando un ulteriore taglio generale del 20% nelle aliquote per le imposte sul reddito e tagliando l’aliquota sui redditi d’impresa dal 35% al 25%.

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