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Questo articolo è stato pubblicato il 18 dicembre 2012 alle ore 19:33.

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NEW YORK – Il brutale assassinio dei 20 bambini e sette adulti di Newtown, Connecticut, ci scuote fin nel profondo come individui e ci chiede una risposta come cittadini. Gli Stati Uniti sembrano passare sbigottiti da una strage con armi da fuoco all’altra - circa una al mese, solo quest'anno. Il facile accesso alle armi in USA porta ad un pauroso tasso di omicidi rispetto a quello di altre società con elevati livelli di istruzione e di benessere. È necessario che l’America trovi una soluzione.

Altri paesi lo hanno fatto. Tra la metà degli anni settanta e la metà degli anni novanta, l'Australia ha avuto diverse uccisioni di massa con armi da fuoco. Nel 1996, dopo un massacro particolarmente orribile il nuovo primo ministro, John Howard, dichiarò che era ora di smetterla. Fece istituire misure seriamente restrittive riguardo al possesso di armi, costrinse gli aspiranti proprietari a sottoporsi ad una rigorosa procedura di autorizzazione, e li obbligò a documentare la motivazione per cui si aveva la necessità di un’arma.

Le condizioni per il possesso di armi in Australia sono ormai molto severe, ed il processo di immatricolazione ed approvazione può richiedere un anno o più. L’amministrazione Howard ha anche attuato una rigorosa politica di "riscatto", per consentire al governo di riacquistare le armi già di proprietà delle persone.

La politica ha funzionato. Seppure in Australia la criminalità violenta non è scomparsa, gli omicidi sono in calo, e, ancor più marcatamente, dal 1996, non ci sono più state uccisioni di massa con sparatorie, nel corso delle quali siano morte tre o più persone (definizione utilizzata in molti studi sulle stragi da armi da fuoco). Prima del giro di vite sulle armi, c'erano stati 13 massacri di questo tipo in 18 anni.

Eppure gli Stati Uniti si rifiutano ancora di agire, anche dopo la serie di incidenti scioccanti di quest'anno: prima del massacro spietato dei bambini delle elementari e del personale scolastico di Newtown, il massacro in un cinema del Colorado, un attacco ad una comunità sikh a Milwaukee, un altro in un centro commerciale in Oregon, e molti altri. La lobby delle armi negli Stati Uniti rimane potente, ed i politici hanno paura di contrastarla. Forse, dopo l’uccisione nel 2011 della allora deputata Gabrielle Giffords, temono addirittura l’eventualità di essere presi di mira anche loro.

Non vi è dubbio che alcune società sono immerse nella violenza più di altre, anche tenendo conto di fattori ovvi come i livelli di reddito e di istruzione. Il tasso di omicidi negli Usa è di circa quattro volte superiore a quello di società simili dell’ Europa occidentale, ed il tasso dell’ America Latina è addirittura superiore a quello degli Stati Uniti (e molto più alto rispetto ai paesi asiatici con un livello di reddito più o meno uguale). Cosa può spiegare i tassi incredibilmente alti degli Stati Uniti e dell’ America Latina?

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