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Questo articolo è stato pubblicato il 31 dicembre 2012 alle ore 13:47.

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BERKELEY – A meno che non accada qualche imprevisto, molti degli sgravi fiscali approvati negli ultimi dodici anni negli Stati Uniti - tutti esplicitamente temporanei - scadranno contemporaneamente all'inizio del 2013. Da un giorno all'altro, le aliquote fiscali americane torneranno ai livelli che avevano durante l'era Clinton.

Alcuni di questi sgravi erano state attuati per combattere ciò che, quattro anni fa, era considerata una contrazione temporanea. Anche se i loro sostenitori volevano renderli permanenti, il fatto di dichiararne la transitorietà consentì l'elusione delle norme procedurali nel processo legislativo che i democratici avevano creato nel vano tentativo di garantire l'integrità fiscale.

L'immediato aumento delle aliquote fiscali è solo una parte della storia. Al tempo stesso, infatti, entrerà in vigore la riduzione automatica del bilancio per la difesa e della spesa "discrezionale", approvata da democratici e repubblicani nell'estate del 2011.

Associate questi aumenti fiscali e tagli alla spesa con le disposizioni dell'"Obamacare", la riforma della sanità americana sostenuta dal presidente Barack Obama, e, a partire dall'1 gennaio 2013, il deficit di bilancio strutturale degli Stati Uniti scomparirà. Per il prossimo futuro, le ripristinate aliquote fiscali basteranno a sostenere l'establishment della difesa statunitense, la crescita del sistema di assicurazione sociale, e una moderata quantità - ancorché insufficiente e non ottimale - di altre spese "discrezionali". Il rapporto debito nazionale/Pil degli Stati Uniti è destinato a scendere dal suo livello attuale del 75% al ​​50% entro il 2035. Inoltre, gli Usa inizieranno a generare avanzi primari di bilancio - il saldo di bilancio meno i pagamenti di interessi sul debito esistente - entro il 2015.

Allora, perché la prospettiva di superare il precipizio fiscale non viene accolta con entusiasmo? È vero, ci saranno forti tagli di spesa - che colpiranno appaltatori della difesa, medici con pazienti Medicare, e tutti coloro che beneficiano o fanno affidamento sulla spesa pubblica discrezionale - e aumenti fiscali significativi. Ma per raggiungere l'obiettivo del pareggio del bilancio, si devono aumentare le tasse o diminuire la spesa rispetto a uno standard di riferimento, oppure entrambe le cose.

Sono due le ragioni per le quali i falchi del deficit non cantano vittoria. In primo luogo, molti di coloro che si definiscono falchi del deficit sono in realtà falchi della spesa pubblica, poiché ritengono che l'assicurazione sociale americana sia troppo generosa verso i disoccupati, i disabili, gli anziani e gli ammalati, e che la migliore politica sia senz'altro quella di tagliare questi programmi anziché aumentare le tasse per finanziarli. Tuttavia, essi temono che invocare tagli alla spesa risulti impopolare, a differenza - questa è la loro speranza - della richiesta di pareggiare il bilancio. Secondo loro, il problema del precipizio fiscale è che non prevede sufficienti tagli di spesa, mentre punta troppo all'aumento delle tasse.

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