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Questo articolo è stato pubblicato il 17 gennaio 2013 alle ore 18:46.

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HONG KONG – Nel suo viaggio verso una prosperità globale e sostenibile, la Cina si trova ancora una volta di fronte a un bivio. Al congresso del Partito comunista cinese tenutosi nel mese di novembre, la nuova leadership si è assunta la responsabilità di tracciare il percorso del Paese nei prossimi dieci anni, un compito che comporta la modernizzazione dei sistemi sociale, politico ed economico della Cina entro i limiti della sua storia e di un contesto geo-politico in continuo mutamento.

Il programma di riforme appare ambizioso sotto tutti gli aspetti, soprattutto considerando che l’ambiente esterno è fragile e poco accomodante. Entro il prossimo decennio, i leader cinesi dovranno vagliare e attuare una serie di riforme volte a combattere la corruzione, sostenere la migrazione verso le città (ad esempio, attraverso la liberalizzazione del sistema di registrazione della proprietà immobiliare), promuovere l'innovazione tecnologica, riequilibrare le fonti di crescita economica, migliorare gli standard ambientali e occupazionali, e creare un sistema assistenziale che contempli assistenza sanitaria, istruzione e previdenza.

Per garantire la sostenibilità di un sistema, la sua progettazione deve tener conto di ciò che ha definito eventi di tipo cigno nero", cioè situazioni che, come la crisi economica globale ha dimostrato, sono meno rare di quanto si pensi e hanno conseguenze devastanti. Tuttavia, adottare misure tese esclusivamente a rafforzare i sistemi non basta. Non si tratta soltanto di riuscire a resistere alla volatilità, bensì anche di trarre vantaggio da periodi di stress e di caos.

Taleb ha recentemente coniato il termine "antifragile" per descrivere un sistema che volge a proprio vantaggio l'incertezza, la volatilità e il disordine inerenti. Come da lui stesso sottolineato, pur apparendo più stabili, i sistemi rigidi non sono idonei ad affrontare shock imprevisti, e questa condizione alla lunga li rende fragili. Al contrario, l'esposizione frequente a una volatilità localizzata e transitoria costringe i sistemi a diventare più dinamici e flessibili, rafforzandone la capacità di prosperare in situazioni di forte pressione.

Per tale motivo, anziché pretendere l’efficienza massima spingendo una struttura ai limiti, bisognerebbe integrare le ridondanze (capacità equivalenti implementate in modi diversi) nei sistemi. Queste misure a basso costo alimentano un'antifragilità a lungo termine, cogliendo al tempo stesso profitti potenziali in grado di compensare eventi di tipo cigno nero.

L'antifragilità è fondamentale in Paesi vasti come la Cina, dove l'amministrazione è perlopiù centralizzata, ma le attività sono disseminate tra le famiglie, la società civile, i mercati e i diversi livelli di governo. La sfida più grande del Paese consiste nel trovare un equilibrio tra le tradizioni a base familiare, decentralizzate, e una governance centralizzata, che consenta di sviluppare a livello istituzionale il tipo di antifragilità già presente a livello culturale.

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