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Questo articolo è stato pubblicato il 29 gennaio 2013 alle ore 16:20.

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MONROVIA, LIBERIA – Questa settimana, i 27 membri si riuniscono a Monrovia, Liberia, in qualità di consulenti del Segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon. Nel corso della riunione, il Gruppo metterà a fuoco una visione "decisa e pratica" per un’azione comune in materia di sviluppo sostenibile.

Mentre si svolge questo dibattito - ospitato dal Presidente liberiano e dal Premio Nobel Ellen Johnson Sirleaf, dal presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono, e dal primo ministro britannico David Cameron - il vicino Sahel e la regione dei Grandi Laghi continuano ad essere tormentati da violenze e conflitti. In effetti, in molti paesi africani (per non parlare della Siria ed altre nazioni) sono in atto spostamenti di persone su larga scala e indicibili sofferenze umane, che minacciano di invertire il progresso economico senza precedenti del continente degli ultimi dieci anni.

Le Commissione (di cui la sottoscritta fa parte) deve cogliere l'occasione offerta dalla riunione di Monrovia per contribuire ad un programma di sviluppo globale, che intende affrontare il circolo vizioso conflitto- povertà che ostacola l'attività economica e pregiudica il benessere.

Per più di un decennio, gli “”, che scadono tra due anni, hanno costituito il quadro di riferimento per la cooperazione internazionale allo sviluppo, con particolare attenzione alla lotta contro la povertà nel mondo. Nello sviluppo di un programma successivo, nuovo e completo, i leader mondiali dovrebbero riconoscere che, anche se gli OSM hanno permesso a milioni di persone in tutto il mondo di sfuggire all'analfabetismo, alle malattie, e alla fame, il loro impatto globale è stato inadeguato, in particolare nei paesi fragili e colpiti da guerre o lotte intestine. I dati della Banca Mondiale mostrano che nessun paese a basso reddito colpito da conflitti ha realizzato solo alcun OSM, il che riflette il fallimento di tale approccio nell’affrontare in modo efficace i problemi causati dalla violenza organizzata e dall’insicurezza.

Questo è il motivo per cui il programma per la fase successiva al 2015 deve essere centrato sulla pace, la sicurezza e la libertà dalla paura. Esso dovrebbe mirare a fare della giustizia e della prosperità una realtà per tutti. E dovrebbe riflettere la consapevolezza che lo sviluppo è impossibile senza la pace, come la pace non è possibile senza lo sviluppo - e che condizioni di pace duratura e di sviluppo sostenibile sono impossibili senza il rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto.

Inoltre, come suggerisce, il tema dell'incontro di Monrovia dal titolo "Elementi fondamentali nazionale per una prosperità sostenuta," dopo il 2015 le iniziative di sviluppo globali dovrebbero supportare in misura maggiore l’impegno nazionale per la realizzazione di una prosperità a lungo termine, forte e stabile. Le strategie in grado di aiutare i paesi ad eliminare l'insicurezza nazionale ed i conflitti, a trasformare le proprie economie, e, in ultima analisi, ad andare incontro alle proprie potenzialità, includono il rafforzamento delle istituzioni di governo e dello Stato di diritto, la sicurezza della partecipazione delle molteplici parti interessate, e la garanzia che tutti i cittadini abbiano parità di accesso alla giustizia. Il sostegno internazionale per tali sforzi significherebbe assicurare ai leader africani e alle parti interessate la possibilità - e la responsabilità - di eliminare il sottosviluppo e di accrescere la prosperità.

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