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Questo articolo è stato pubblicato il 01 febbraio 2013 alle ore 15:46.

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PECHINO – Quando, nell'ultimo trimestre del 2011, il calo della crescita degli investimenti in Cina ha subito un'accelerazione, si sono rafforzati i timori di un atterraggio duro dell'economia, soprattutto vista la riluttanza delle autorità a perseguire nuove politiche espansive. Nel maggio 2012, però, il governo ha optato per un cambiamento di rotta, con l'approvazione da parte della Commissione per lo sviluppo nazionale e le riforme di uno stanziamento di 7 trilioni di yuan (1,3 trilioni di dollari) da destinare a nuovi progetti. Questo provvedimento, insieme a due tagli dei tassi di interesse da parte della People's Bank of China (PBOC), ha assicurato la fine del rallentamento economico nel terzo trimestre del 2012.

La performance dell'economia cinese continua a seguire il modello ciclico degli ultimi due decenni. Una rapida crescita degli investimenti, sostenuta da una politica espansiva, fa salire il tasso di crescita economica. A ciò segue l'inflazione, che determina un irrigidimento a livello politico e un rallentamento della crescita. L'inflazione, tuttavia, resta elevata o tendente all'aumento, e questo rende necessaria una stretta ulteriore. Poi, l'inflazione finalmente scende, ma la crescita rallenta più del previsto per via di una capacità eccedente causata da un eccessivo investimento nella prima fase del ciclo. A questo punto, si ritorna a una politica espansiva, e il ciclo ricomincia daccapo. E l'economia, sostenuta da un aumento degli investimenti, si rimette in moto.

Pertanto, l'accelerazione della crescita economica dal terzo trimestre del 2012 non è giunta a sorpresa. Avendo il governo mantenuto un margine per esercitare una politica monetaria espansiva e/o fiscale, la ripresa economica era solo una questione di tempo.

Non c'è alcun motivo di dubitare che nel 2013 l'economia cinese non seguirà il suo tradizionale modello di crescita. Tuttavia, ci sono due cose che i politici dovrebbero tenere a mente. In primo luogo, il fatto che spesso, in passato, la stabilità macroeconomica a breve termine è stata raggiunta a scapito di un adeguamento strutturale e di un'allocazione razionale delle risorse. Per consolidare la crescita, occorre stabilire un equilibrio tra obiettivi di breve e di lungo termine, e questo compito rappresenta per la Cina una sfida colossale.

In secondo luogo, essendo alcune vulnerabilità finanziarie intrinseche, se non vengono risolte in tempo, c'è il rischio che shock finanziari facciano deragliare l'economia dal suo normale percorso di crescita.

Secondo alcuni resoconti preliminari, la crescita annua degli investimenti nel 2012 ha raggiunto quota 14%, un valore nettamente superiore al tasso di crescita del Pil, che nel quarto trimestre ha registrato un'accelerazione per via di una forte ripresa degli investimenti nel settore immobiliare e delle infrastrutture. Nel 2013, si può prevedere che, salvo gravi perturbazioni, una consistente crescita degli investimenti farà aumentare il Pil della Cina almeno dell'8% rispetto all'esercizio precedente.

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