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Questo articolo è stato pubblicato il 18 febbraio 2013 alle ore 15:58.

Qui, va detto che le manipolazioni del tasso di cambio dello yen da parte della Banca del Giappone hanno svolto solo un ruolo minore, nonostante la ferma condanna di tale politica da parte del presidente della Bundesbank Jens Weidmann. L’intervento giapponese non può spiegare la rivalutazione dell'euro nei confronti del dollaro e di molte altre valute.
La BCE può frenare l'apprezzamento dell'euro attraverso l'acquisto di valuta estera. Ma, alla fine, dovrebbe farlo gonfiando la propria moneta fino a quando la fiducia nell'euro ricada ai livelli che aveva prima che le politiche di rassicurazione venissero attuate.

È per questo che il presidente della BCE Mario Draghi ha respinto la proposta di Hollande quasi istantaneamente. Draghi è ben consapevole delle somme enormi che sono state perse durante gli anni settanta e gli anni ottanta, dopo il crollo del sistema di Bretton Woods, nel corso degli interventi inutili e costosi per la stabilizzazione dei tassi di cambio, e non vuole mettere a repentaglio l'obiettivo della BCE di mantenere la stabilità dei prezzi.

L'apprezzamento dell'euro mette a nudo i gravi danni collaterali che la politica di salvataggio dell’Europa ha causato. Le misure adottate finora hanno aperto canali di contagio da parte delle economie periferiche europee in crisi verso le economie del centro dell'Europa - quelle che ancora possono dirsi tali -, ponendo a grave rischio finanziario i contribuenti ed i pensionati di queste ultime, e ostacolando allo stesso tempo la ripresa a lungo termine degli stessi paesi in difficoltà.

È vero, la politica di salvataggio dell’Europa ha stabilizzato le finanze pubbliche ed ha consegnato tassi di interesse più bassi alle economie più indebitate. Ma ha anche portato alla rivalutazione monetaria, e quindi ad una minore competitività di tutti i paesi della zona euro, cosa che può ancora trasformarsi in una debacle per i paesi meridionali della zona euro e per la Francia, che sono troppo costose in ogni caso, e per l’euro in generale.

Le operazioni di soccorso della BCE hanno ostacolato il deprezzamento interno - una riduzione dei prezzi delle attività, del lavoro, e delle merci – cosa di cui hanno bisogno le economie in difficoltà per attirare nuovi capitali privati e recuperare competitività, mentre l'apprezzamento dell'euro rende ora più difficile la sfida. In breve, la politica di salvataggio dell’Europa comporta che il nodo più problematico della zona euro – la profonda perdita di competitività dei paesi in difficoltà – sia ancora più difficile da sciogliere.

Hans-Werner Sinn è Professore di Economics and Public Finance, presso l’Università di Monaco di Baviera, e Presidente dell'Istituto Ifo.

Copyright: Project Syndicate, 2013.

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