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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2013 alle ore 14:10.

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PARIGI – Dalla seconda metà del 2012, i mercati finanziari hanno registrato un forte recupero in ogni parte del mondo. Negli Stati Uniti, la media industriale del Dow Jones ha raggiunto un massimo storico all'inizio di marzo, con un incremento di quasi il 9% rispetto allo scorso mese di settembre. In Europa, i del presidente della Bce Mario Draghi si sono rivelati molto efficaci. Draghi, infatti, è riuscito a far dimenticare lo scivolone dell'euro promettendo un acquisto di bond dei governi membri potenzialmente illimitato. Tra il 1° settembre e il 22 febbraio, l'indice FTSEurofirst è salito di quasi il 7%. Anche in Asia, sempre da settembre, i mercati finanziari hanno segnato un rialzo, quello giapponese in particolare.

Persino le elezioni italiane, tenutesi a fine di febbraio, sembrano non avere turbato troppo i mercati, almeno finora. Sebbene, dopo l'annuncio dei risultati, gli spread dei di Italia e Spagna sui Bund tedeschi abbiano subito un'impennata di 30-50 punti base, nel giro di poco si sono stabilizzati a quota 300-350 rispetto ai 500-600 punti base del periodo precedente la decisione della Bce di istituire il programma di transazioni monetarie dirette OMT.

Questo ottimismo da parte dei mercati finanziari, però, contrasta con gli avvenimenti politici e con gli indicatori economici reali. Negli Stati Uniti, la performance economica è migliorata in modo solo marginale nel 2012, con il rispetto all'1,8% del 2011. , pari al 7,8% alla fine del 2012, e negli ultimi anni i salari reali non sono aumentati quasi per niente. americane è ancora al di sotto dei livelli del 2007 o, per meglio dire, vicino a quelli di vent'anni fa, e circa il 90% degli incrementi di reddito nel periodo post-crisi sarebbero stati realizzati da un ristretto 1% di famiglie.

Gli indicatori che riguardano la zona euro sono addirittura peggiori. L'economia ha subito una contrazione nel 2012, e i salari sono generalmente diminuiti, tranne in Germania e in alcuni paesi nordici. Pur non avendo ancora a disposizione dati definitivi, si può dire che la povertà nel Sud dell'Europa sia in aumento per la prima volta da decenni.

Sul versante politico, gli Stati Uniti si trovano di fronte a una impasse legislativa quasi totale, e non sembra profilarsi all'orizzonte la possibilità di un compromesso politico ottimale, come un aiuto a breve termine per rilanciare la domanda effettiva associato a riforme strutturali e consolidamento fiscale di lungo termine. In Europa, la Grecia è stata finora in grado di mantenere una maggioranza parlamentare a sostegno del governo di coalizione, ma tanto lì quanto altrove stanno guadagnando terreno partiti dall'orientamento marcatamente populista.

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