Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 21 marzo 2013 alle ore 16:26.

My24


BERLINO – L’ultimo decennio è stato decisamente positivo per la lotta contro la tubercolosi. Con ogni probabilità riusciremo a raggiungere l'Obiettivo di sviluppo del millennio delle Nazioni Unite che prevede il dimezzamento, entro il 2015, dei casi e dei decessi per tubercolosi rispetto ai livelli del 1990. Sono almeno una dozzina i nuovi vaccini e i farmaci candidati attualmente in fase di sperimentazione, mentre l'Organizzazione Mondiale della Sanità un nuovo test diagnostico denominato GeneXpert.

Questo progresso è tanto più importante se consideriamo l'atteggiamento compiacente che ha paralizzato la ricerca e lo sviluppo di nuove terapie anti-tubercolosi verso la fine del ventesimo secolo. I farmaci utilizzati oggi sono ancora quelli sviluppati tra il 1950 e il 1970. Di fatto, il Bacillo Calmette-Guérin (BCG) sta per compiere cento anni, mentre il test diagnostico più utilizzato – il rilevamento microscopico di bacilli nell'espettorato – risale a ben 130 anni fa.

Non stupisce, pertanto, che l'efficacia di questi strumenti si sia indebolita. L'attuale vaccino previene le forme gravi di Tbc nei neonati, ma non la tubercolosi polmonare, ampiamente diffusa in tutte le fasce d'età. L'esame microscopico è inattendibile in quasi la metà del totale dei casi.

A noi piace considerare la Tbc come una malattia del passato. In realtà, nove milioni di persone sviluppano la malattia attiva ogni anno, e una su cinque muore. Questo dato colloca il bacillo della tubercolosi, anche noto come bacillo di Koch, tra i principali microbi killer, secondo solo al virus dell'immunodeficienza umana (HIV).

Un terzo della popolazione mondiale è portatore dell'agente causale, anche se solo una persona su dieci sviluppa la malattia attiva. La cattiva notizia è che gli individui infetti ospitano l'agente nel proprio organismo per tutta la vita, e non appena il sistema immunitario s'indebolisce, può scatenarsi la malattia. Con la comparsa, negli anni Ottanta, del virus dell'HIV, che compromette il sistema immunitario, la tubercolosi è tornata a svilupparsi diventando la prima causa di decesso tra le persone sieropositive. Circa 15 milioni di persone soffrono di una co-infezione da HIV e da Mycobacterium tuberculosis, l'agente causale primario nella maggior parte dei casi di Tbc.

Per di più, il bacillo tubercolare è in grado di sviluppare una resistenza agli antibiotici e ai vaccini convenzionali, ingaggiando una vera e propria guerra di trincea con l’organismo, e può ritardare la diagnosi e la determinazione della sensibilità ai farmaci. Laddove le pandemie appaiono all'improvviso, si diffondono rapidamente e scatenano il terrore di un pericolo incombente, la tubercolosi si va diffondendo in modo lento ma costante da decine di migliaia di anni, in paziente attesa di nuove occasioni per propagarsi.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi