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Questo articolo è stato pubblicato il 03 aprile 2013 alle ore 18:34.

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PECHINO – Il dibattito è finito. Dopo aver soppesato le diverse possibilità per sei anni, la Cina si è adesso fermamente impegnata a implementare una nuova strategia di crescita. Almeno, questo è il verdetto che ho carpito al Forum per lo Sviluppo della Cina (China Development Forum), che costituisce di gran lunga la più grande piattaforma di dialogo con il resto del mondo, che si è appena terminato.

Non ci sono state sorprese per quanto riguarda l'idea fondamentale alla base della strategia - un cambiamento strutturale da un modello di crescita che si basa sugli investimenti e le esportazioni ad un'economia più equilibrata basata sui consumi e i servizi. La trasformazione è il risultato sia di un bisogno che di una volontà.

È necessaria perché la crescita globale persistente difficilmente fornirà la solida domanda estera di prodotti cinesi che esisteva un tempo. Ma è essenziale anche perché la nuova leadership cinese sembra determinata ad affrontare una vasta gamma di disequilibri internazionali che minacciano l'ambiente, promuovono diseguaglianze di reddito destabilizzanti e esacerbano le disparità regionali.

Questo cambiamento strategico è anche uno sforzo che i politici cinesi compiono deliberatamente per evitare la preoccupante "trappola del reddito medio" - un rallentamento a metà percorso che ha toccato la maggior parte delle economie emergenti quando il reddito pro capite raggiunge la soglia dei 17,000 dollari (a prezzi internazionali costanti). Le economie in via di sviluppo che mantengono i loro modelli di crescita per troppo tempo cadono in questa trappola, e la Cina raggiungerà questa soglia probabilmente tra 3-5 anni.

Tre spunti dal Forum di Sviluppo Cinese hanno rafforzato la mia fiducia nel fatto che sta accadendo una trasformazione strutturale maggiore che premetterà alla Cina di evitare la trappola del reddito medio. Primo, una strategia di urbanizzazione ben articolata è emersa come pilare del riequilibrio basato sui consumi. Questo è stato enfatizzato da alcuni nuovi leader più autorevoli - dal vice-premier esecutivo Zhang Gaoli e dal Premier Li Keqiang - nei commenti introduttivi e conclusivi del Forum, e dettagli considerevoli sono stati forniti in molte delle sessioni di lavoro.

L'urbanizzazione è un tassello per costruire il consumo, poiché provvede una leva potente per il potere d'acquisto delle famiglie cinesi. Il reddito pro capite dei lavoratori urbani ammonta a più di tre volte quello delle controparti nelle campagne.

La parte urbana della popolazione cinese ha raggiunto il 52.6% nel 2012 - quasi tre volte il 18% del 1980, ed è previsto che arriverà al 70% nel 2030. Se l'urbanizzazione in corso sarà associata alla creazione di posti di lavoro - una possibilità separata in vista dell'enfasi della Cina sullo sviluppo del settore ancora in stato embrionale ad alta intensità di lavoro - le prospettive di crescita del reddito delle famiglie sono incoraggianti.

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