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Questo articolo è stato pubblicato il 18 aprile 2013 alle ore 21:15.

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WASHINGTON, DC – Il miglior consiglio che ho ricevuto quando ricoprivo un posto di responsabilità politica in Turchia oltre un decennio fa è stato di prendere molto tempo e preoccuparmi di sviluppare e comunicare la storia per sostenere il programma politico che intendevo far funzionare. Più la politica economica è soggetta al dibattito pubblico – ossia, più c’è democrazia – più sono importanti queste storie politiche.

La crisi affrontata dall’Unione europea e dall’Eurozona sta dimostrando la necessità di una storia che spieghi la politica pubblica e generi il giusto supporto politico. Una storia di successo non può essere né troppa complicata né semplicistica. Deve catturare l’immaginazione, affrontare le ansie della gente e generare una speranza reale. Gli elettori spesso percepiscono il populismo di bassa lega.

Il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi aveva raccontato questo tipo di storia ai mercati finanziari lo scorso luglio. Aveva affermato che la Bce avrebbe fatto tutto il necessario per evitare la disintegrazione dell’euro, semplicemente aggiungendo: Credetemi, sarà sufficiente.

Con questa frase, Draghi ha eliminato il rischio di coda percepito di ridenominazione che è stato elevatissimo nel caso della Grecia, ma che ha anche spinto al rialzo i costi di finanziamento in Spagna, Italia e Portogallo. Non è stato un messaggio populistico, perché la Bce di fatto si trova nella posizione di poter acquistare abbastanza titoli sovrani sul mercato secondario per mettere un tetto sui tassi di interesse, almeno per parecchi mesi.

I banchieri centrali, più in generale, sono comunemente in grado di raccontare storie ai mercati finanziari nel breve e nel medio periodo. Il presidente del board della Federal Reserve americana Ben Bernanke ha fornito la sua storia promettendo che i tassi di interesse americani a breve termine sarebbero rimasti molto bassi, e il nuovo presidente della Banca del Giappone, Haruhiko Kuroda, ne ha appena raccontata un’altra affermando che raddoppierà la massa monetaria in modo tale che l’inflazione raggiunga il 2%.

Mentre i banchieri centrali possono raccontare queste storie ai mercati finanziari, sono i leader politici a dover trasmettere messaggi socioeconomici generali atti a incoraggiare gli investimenti reali a lungo termine, il supporto elettorale per le riforme e la speranza per il futuro. L’alchimia della banca centrale, per prendere in prestito un termine dal del giornalista americano Neil Irwin, ha i propri limiti.

L’Europa, in particolare, ha bisogno di una storia di speranza a lungo termine che inneschi una vera ripresa. La Francia si sta avvicinando alla zona di pericolo e persino la crescita annua del Pil della Germania sta scendendo ben al di sotto dell’1% annuo. Nel frattempo, l’allentamento degli spread sui tassi di interesse sovrani dà poco comfort al crescente esercito di disoccupati del Sud Europa, dove la disoccupazione giovanile ha raggiunto picchi drammatici – vicino al 60% in Grecia e Spagna e almeno il 40% in Italia.

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