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Questo articolo è stato pubblicato il 04 giugno 2013 alle ore 18:09.
Nelle fasi successive, il paese diventa un creditore netto, registrando un surplus dei redditi da investimento. In quanto "creditore immaturo", la bilancia commerciale e quella delle partite correnti sono in attivo; in quanto "creditore maturo", la bilancia commerciale torna in deficit; infine, come "creditore-debitore," il conto delle partite correnti passa anche lui in deficit. Un paese nelle fasi più avanzate di sviluppo può utilizzare le entrate provenienti dalle attività esteriori nette, che aveva accumulto in passato, per compensare il calo dei redditi dei cittadini dovuto all’invecchiamento della popolazione e ad altri fattori.
La Cina rompe gli schemi di Crowther. Dato che ha da tempo un deficit di dei redditi da investimenti, un surplus commerciale ed un avanzo delle partite correnti, sembra che dovrebbe essere classificata come un "debitore che rimborsa." Ma la Cina è un creditore netto. Se la Cina ha un deficit di redditi da investimenti con un patrimonio netto di quasi 2.000 miliardi dollari, come riuscirà a fare la transizione per avere un surplus?
Il deficit dei redditi da investimenti della Cina persisterà probabilmente nel future prossimo. Il suo stock di capitale estero aumenterà costantemente man mano che le imprese estere investono e reinvestono in Cina. Gli IDE nel paese continueranno a raccogliere rendimenti sostanziali, in parte a causa dell’ospitalità del governo locale.
Nel frattempo, gli IDE verso l'estero della Cina continueranno ad incontrare problemi, poiché diversi fattori a breve e lungo termine - dalla debolezza della domanda internazionale all'invecchiamento della popolazione – inducono la diminizione del suo surplus commerciale, diminuendo anche la sua capacità a esportare capitali. Gli investimenti della Cina in titoli di Stato statunitensi e altri titoli di debito sovrano continueranno a produrre rendimenti estremamente bassi. In realtà, questo investimento non sarà mai ripagato in pieno, quindi si dovrà inevitabilmente stralciarne una parte.
Il valore delle attività della Cina, considerate come diritti futuri su risorse reali, è già stato ridotto dal deprezzamento del dollaro, e le pressioni provenienti dagli Stati Uniti per diminuire il peso del debito americano attraverso l’inflazione presagiscono un’ulteriore diminuzione. Inoltre, nonostante la Cina potrebbe aver tratto profitto dal rialzo dei prezzi dei titoli di stato nel corso degli ultimi anni, i prezzi sono stati artificialmente gonfiati dalla politica monetaria espansiva nei paesi avanzati, che significa che la bolla potrebbe scoppiare. Sia attraverso l'inflazione che attraverso la diminuzione dei prezzi dei titoli di stato, la Cina subirà perdite importanti di capitali esteri, danneggiando ulteriormente il saldo dei redditi da investimento.
Senza cambiamenti fondamentali nella sua strategia di crescita, è difficile immaginare come la Cina possa diventare un creditore prima immaturo e poi maturo. Uno scenario più probabile è che la Cina continuerà ad avere un surplus commerciale (anche se molto più piccolo) e un deficit di redditi da investimenti, rispecchiando il deficit commerciale e il surplus di redditi da investimenti americani. Se entrambi i paesi hanno il saldo delle partite correnti in equilibrio, la loro posizione della bilancia dei pagamenti può essere sostenibile.
In un scenario simile, gli Stati Uniti esporterebbero verso la Cina quella che e Federico Sturzenegger hanno soprannominato (beni non quantificabili, come la conoscenza, che le società americane esportano attraverso i loro investimenti), mentre la Cina esporterebbe beni di consumo e servizi negli Stati Uniti. Ma la Cina sarebbe contenta con questa divisione del lavoro? I leader cinesi dovrebbero riflettere su questo problema ora - prima che sia troppo tardi per cambiare le cose.
Yu Yongding è ex-presidente della China Society of World Economics e direttore dell'Istituto di economia e politica mondiale presso l'Accademia cinese delle scienze sociali, e ha anche fatto parte del comitato di politica monetaria della Banca popolare della Cina.
Copyright: Project Syndicate, 2013.
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