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Questo articolo è stato pubblicato il 13 giugno 2013 alle ore 17:02.

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Più avanti ancora, Hyman Minsky ha affermato che la creazione di credito in un'economia monetaria a base fissa ha aperto la strada alle crisi economiche. Infine, negli ultimi decenni molti economisti hanno capito che una leva finanziaria eccessiva può arrecare danni permanenti sia al lato reale che a quello finanziario dell'economia.

Se consideriamo la situazione mondiale anteriore al 2007, riscontriamo numerosi elementi in grado di legittimare tali preoccupazioni teoriche. Mentre la globalizzazione teneva a freno l'inflazione, il lato reale dell'economia ha evidenziato molti trend insoliti. Il tasso di risparmio familiare nelle economie anglosassoni è sceso a livelli senza precedenti. In Europa, i flussi di credito verso i Paesi periferici hanno portato a un boom immobiliare mai visto, mentre in Cina gli investimenti di capitale fisso sono arrivati a sfiorare addirittura il 40% del Pil.

Inoltre, trend altrettanto insoliti hanno caratterizzato il lato finanziario dell'economia, fra questi, lo sviluppo di un nuovo "sistema bancario ombra", con caratteristiche fortemente procicliche, e il crollo degli standard di prestito proprio mentre la leva finanziaria e i prezzi delle attività salivano alle stelle.

Le politiche monetarie perseguite dalle banche centrali dal 2007 in poi sono rimaste sostanzialmente invariate, continuando a puntare sull'aumento della domanda aggregata, senza alcuna seria preoccupazione per le conseguenze impreviste a più lungo termine.

Appare sempre più chiaro, però, che la politica del denaro ultrafacile ostacola il processo di deleveraging, minacciando l'"indipendenza" delle banche centrali, facendo salire i prezzi delle attività (in particolare delle obbligazioni) fino a livelli insostenibili, e incoraggiando i governi a resistere all’attuazione dei cambiamenti politici necessari. Va detto che i principali banchieri centrali hanno più volte ripetuto che le loro politiche servono solo a guadagnare tempo per consentire ai governi di fare la cosa giusta. Quello che non è chiaro è se qualcuno abbia recepito il messaggio.

Uno dei maggiori ostacoli alla riforma politica, sia da parte dei governi che delle banche centrali, è di tipo analitico. I modelli tradizionali utilizzati da accademici e policymaker differiscono per aspetti importanti, ma sono tristemente simili sotto altri punti di vista. Essi evidenziano i flussi di domanda a breve termine e presuppongono un mondo strutturalmente stabile in cui è possibile attribuire percentuali di probabilità a risultati futuri, ignorando così l'incertezza, l’accumulo del debito e gli squilibri finanziari che invece caratterizzano il mondo reale.

Facendo riferimento alle parole di John Maynard Keynes, secondo il quale "il mondo è governato da poco altro che le idee di economisti e filosofi politici", forse i politici hanno bisogno di nuove idee. Se è così, la prognosi immediata per l'economia globale non è ottimista. Le ultime tendenze in materia di consulenza politica propongono essenzialmente la stessa minestra riscaldata.

L'idea dello scudo anti-spread implica un ulteriore aumento del disavanzo pubblico e il suo finanziamento attraverso un aumento permanente della moneta di base emessa dalle banche centrali. Puntare al livello del Pil nominale (o del tasso di disoccupazione, come negli Stati Uniti) è un modo per convincere i mercati finanziari e i potenziali investitori che i tassi ufficiali rimarranno molto bassi per un tempo prolungato. Tutte queste politiche rischiano di far aumentare l'inflazione e/o di generare squilibri economici ancora più pericolosi.

Purtroppo, una revisione generale dei meccanismi economici, per quanto fondamentale, non sembra affatto imminente, mentre invece dovrebbe esserlo.

Traduzione di Federica Frasca

William White, ex vice governatore della Bank of Canada ed ex capo del dipartimento monetario ed economico della Bank for International Settlements, è presidente del Comitato di revisione e valutazione delle politiche economiche dell’OCSE. Le opinioni contenute nel presente articolo sono esclusivamente a titolo personale.

Copyright: Project Syndicate, 2013.

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