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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2013 alle ore 15:22.
CANBERRA – La “resilienza”, come l’amore, è difficile da definire. Eppure tutti - dal Segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon alle agenzie governative, ai consigli amministrativi delle aziende, e ai gruppi delle comunità - parlano di come costruirla o mantenerla. E allora, la resilienza è un concetto utile o solo una parola di una moda passeggera?
Per rispondere a questa domanda, bisogna cominciare ponendone un’altra: Quanto pensate si possa cambiare senza diventare una persona diversa? Quanto può cambiare un ecosistema, una città, o un’attività economica prima di apparire e funzionare come un diverso tipo di ecosistema, di città, o di attività economica?
Questi sono tutti sistemi auto-organizzati. Il corpo, per esempio, mantiene una temperatura costante di circa 37 gradi. Se la temperatura corporea si alza, si inizia a sudare per raffreddarsi, se la temperatura scende, i muscoli vibrano (rabbrividiscono) per riscaldarsi. Il vostro corpo si basa su reazioni retroattive per mantenere le stesse modalità di funzionamento.
È questa la definizione basilare di resilienza: la capacità di un sistema di assorbire le perturbazioni, riorganizzarsi, e continuare a funzionare più o meno come prima.
Ma ci sono dei limiti, o delle soglie, alle capacità di recupero del sistema, oltre le quali questo viene ad assumere una diversa modalità di funzionamento - una diversa identità. Molte barriere coralline, un tempo dimora di una grande varietà di pesci, ad esempio, sono diventate degli ecosistemi di alghe o di manti erbosi con pochissimi pesci.
Due soglie principali dettano questo cambiamento all’interno delle barriere coralline. Più sostanze nutritive si immettono nell’acqua (defluendo dai terreni circostanti), più le alghe sono alimentate, fino a quando, ad un certo punto, prendono il sopravvento. Allo stesso modo, se troppi pesci erbivori vengono rimossi, le alghe ottengono un vantaggio competitivo rispetto ai coralli. Queste due soglie interagiscono: più nutrienti ci sono, meno pesca è necessaria per “capovolgere” il sistema in uno stato algale, e minore è il numero di pesci, meno nutrienti sono necessari.
Inoltre, le soglie possono spostarsi appena l’ambiente cambia. Nell’esempio della barriera corallina, sia la soglia delle sostanze nutrienti che quella dei pesci si abbassano quando si alzano le temperature dei mari e gli oceani diventano più acidi. Dunque, quando il cambiamento climatico avanza, anche piccoli aumenti incrementali nei livelli dei nutrienti, e una modesta riduzione del patrimonio ittico potranno far precipitare le barriere coralline in uno stato algale.
Questo tipo di soglie esistono anche nei sistemi sociali: si pensi alle mode o, più seriamente, al comportamento tumultuoso delle folle. Nel mondo degli affari, il rapporto debito /reddito è una soglia ben nota, che puòmuoversi al passo con i tassi di cambio. Gli effetti di soglia sono stati identificati anche nell’offerta di lavoro, nei servizi di trasporto, e in altri fattori determinanti della società del benessere.
Data l’importanza degli effetti di soglia, come puòessere mantenuta la resilienza di un sistema?
Per cominciare, aumentare la resilienza di una determinata caratteristica di un sistema puòcomportare la perdita di resilienza di un altra. Quindi dobbiamo capire e migliorare la resistenza generale - la capacità di un sistema per far fronte a una serie di scosse, in tutti gli aspetti del suo funzionamento. Dalla ricerca su una varietà di sistemi, i seguenti attributi hanno dimostrato di conferire una resilienza generale:
· Un elevato grado di diversità, soprattutto la diversità di risposta (diversi modi di fare la stessa cosa, spesso erroneamente considerata come “ridondanza”).
· Una struttura relativamente modulare che non sovra-connetta le sue componenti.
· Una forte capacità di rispondere rapidamente ai cambiamenti.
· Una “apertura” significativa, che consenta l’emigrazione e l’immigrazione di tutte le componenti (i sistemi chiusi rimangono statici).
· Il mantenimento di riserve adeguate - per esempio, le banche di semi per quanto riguarda gli ecosistemi o la memoria nei sistemi sociali (che si contrappone ai servizi di fornitura just-in-time).
· L’incentivazione dell’innovazione e della creatività.
· Un elevato capitale sociale, in particolare affidabilità, leadership, e le reti sociali.
· Una governance adattiva (flessibile, distributiva e basata su sistemi di apprendimento).
Questi attributi comprendono gli elementi essenziali di un sistema resiliente. Ma la resilienza di per sé non è né “buona” né “cattiva”. Sistemi indesiderati, come ad esempio le dittature e gli ambienti salini, possono essere molto resilienti. In questi casi, la resilienza del sistema dovrebbe venire ridotta.
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