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Questo articolo è stato pubblicato il 08 agosto 2013 alle ore 20:20.

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La battaglia per l’acqua

NEW YORK – La sempre più accesa competizione geopolitica e internazionale sulle risorse naturali ha reso alcune risorse strategiche delle potenziali cause di una lotta di potere. Le risorse idriche transnazionali sono diventate uno dei motivi principali di competizione e conflitto e stanno infatti innescando una serie di contese per la costruzione di dighe e sollecitando i numerosi appelli alle Nazioni Unite affinché riconoscano l’acqua come una delle principali questioni di sicurezza a cui dare priorità.

L’acqua è diversa dalle altre risorse naturali. Esistono, infatti, dei sostituti per diverse risorse, compreso il petrolio, ma non per l’acqua. I paesi possono importare carburanti fossili, minerali grezzi e risorse provenienti dalla biosfera come pesce e legname, ma non possono importare l’acqua che è generalmente una risorsa locale su larga scala o su base prolungata e sempre meno permanente. L’acqua è più pesante del petrolio, il che rende il suo trasporto per mare o per terra su grandi distanze molto costoso anche tramite le tubazioni (che richiederebbero delle pompe grandi e ad uso intensivo di energia).

Il paradosso dell’acqua è che pur essendo un elemento vitale, può anche provocare la morte come quando trasporta microbi letali o nel caso di tsunami, alluvioni improvvise, temporali o dei tornado. Molti dei più grandi disastri naturali del nostro tempo, compresa la catastrofe di Fukushima nel 2011, sono stati in qualche modo legati all’acqua.

Il riscaldamento globale è destinato a mettere in crisi la fornitura di acqua potabile soprattutto con l’aumento del livello degli oceani e dell’intensità e della frequenza dei temporali e di altri eventi atmosferici estremi. La rapida espansione economica e demografica ha già trasformato l’accesso all’acqua potabile in una delle questioni principali in gran parte del mondo. Il cambiamento dello stile di vita, ad esempio, ha incoraggiato un consumo pro capite di acqua sempre più elevato. L’aumento del reddito ha infatti, ad esempio, comportato un cambiamento nella dieta portando ad un maggior consumo di carne la cui produzione richiede in media un utilizzo d’acqua dieci volte maggiore rispetto alle calorie e alle proteine della dieta vegetariana.

Oggi, la popolazione umana terrestre è costituita da più di sette miliardi di individui, mentre il bestiame arriva a circa 150 miliardi. L’impronta ecologica diretta del bestiame è più grande di quella della popolazione umana, mentre l’aumento rapido a livello globale del consumo di carne sta diventando di per sé una delle cause principali delle difficoltà legate all’acqua.

In varie regioni si sono già aperti diversi conflitti economici e politici legati all’acqua in relazione alla costruzione di dighe su fiumi internazionali che hanno portato all’uso di una diplomazia coercitiva e di strumenti simili per bloccare questi lavori. Un esempio è il silenzioso conflitto per l’acqua scatenato dalla costruzione della diga da parte dell’Etiopia nel Nilo Azzurro che ha attirato le minacce dell’Egitto di rappresaglie militari esplicite o celate.

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